LA CASA DELLA FORESTA. Il ciclo di Avalon Vol 2, di Marion Zimmer Bradley (Harper Collins)
E siamo al terzo libro del ciclo!
Confesso che sto riscoprendo il piacere della ri-lettura, che mi fa ricordare di tutti quei piccoli dettagli a cui non avevo prestato attenzione durante il primo giro di lettura e questo mi fa apprezzare ancora di più la penna dell’autrice, che ha costruito una narrazione multistrato, carica di mistero e fascino.
La storia si ambienta 400 anni prima degli eventi narrati ne’ “Le nebbie di Avalon”, ma si riscontrano alcune situazioni che si ripetono ciclicamente a ogni reincarnazione dei personaggi principali: c’è sempre di mezzo la nascita di un bambino figlio di due stirpi diverse che dovrà pacificare la Britannia, il conflitto tra la religione druidica e quella pagana (in futuro sostituita dal cristianesimo) e l’incarnazione della Dea nella suprema sacerdotessa, che mostra di volta in volta un volto diverso della divinità.
Lo stesso tropo della donna Britanna che “tradisce” la sua gente per amore di uno straniero romano ricorre piuttosto spesso nella letteratura delle isole inglesi (si pensi per esempio anche alla leggenda di Ys).
Oltretutto, in questo libro si fa riferimento ad altre vite passate di alcuni personaggi, di cui forse sapremo qualcosa nei libri futuri del ciclo. Un altro motivo per cui non vedo l’ora di continuare a leggere!
A differenza de’ Le Nebbie di Avalon, in questo caso la storia d’amore tra la celta Eilan e il romano Gaius è davvero il perno attorno a cui gira la trama anche se la ricerca del potere svolge sempre un ruolo centrale.
In questo periodo, infatti, in cui le tribù celtiche conducono un tentativo fallimentare dopo l’altro di resistere alla colonizzazione romana, alcuni druidi come Adranos cercano di mettere un freno alle ostilità e accettare la Pax Romana anche a costo di interpretare a loro piacimento gli oracoli.
Da una parte la resistenza delle tribù è più che legittima, necessaria quasi vista la vita che fanno i prigionieri nelle miniere di piombo, ma dall’altra si vede che alcuni dei celti come Bendeigid e Cyrnic sembrano bramare il sangue a tutti i costi, anche a scapito della loro gente. Questo è molto evidente nella scena in cui Eilan, sacerdotessa, viene posseduta da Cathubouda, la dea della guerra e signora dei corvi a cui si può solo chiedere sangue, non vittoria.
Il libro però non è assolutamente pro-colonizzazione: anzi qui viene rappresentata la resistenza di Calgaco contro Agricola, narrata da Tacito anch’egli presente, e ripreso l’eroico discorso di cui sicuramente conoscete questa frase:
“I romani stuprano, uccidono e razziano e chiamano questo impero. Dove fanno il deserto lo chiamano pace”.
A portare una pace più duratura, invece, saranno le persone che come Eilan e Gaius sceglieranno la via della conciliazione, dell’amore e della condivisione per creare una nuova stirpe che difenda la Britannia e il suo popolo.
La recensione potrà sembrarvi troppo petalosa, ma perché effettivamente questo è un libro con praticamente nessun abuso rituale, una storia toccante in cui si vede della vera sorellanza tra donne (pur anche qui con luci e ombre) e una cornice storica molto accattivante.
Mi prenderò una breve pausa per mettermi in pari con altri libri e poi riprenderò il viaggio tra la storia e il mito della Britannia.
Recensione di Benedetta Troni
Le Nebbie di Avalon (Parte Seconda), di Marion Zimmer Bradley
Si è detto che è un libro femminista? Ma anche no: LE NEBBIE DI AVALON, di Marion Zimmer Bradley
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