IN UNA STELLA Puk Qvortrup

IN UNA STELLA, di Puk Qvortrup (Marsilio)

Me lo sono fatto regalare a Natale dai figli. Ma mi sono presa tempo per affrontarlo. E dopo la lettura, mi sono presa ancora tempo per poterne parlare.

“Mio marito, mai più.”

Puk Qvortrup scrive la sua esperienza, la sua vita, il suo dolore per la perdita del marito in questo libro “IN UNA STELLA”.

In questi anni mi sono imbattuta in romanzi che entravano nel mondo di un lutto, romanzi che sembrava parlassero di me in qualche modo. Come questo. Che però è un romanzo basato su una storia vera, raccontata come se la si stesse narrando ad un amico, minuto per minuto. Quindi mi ha toccato ancora più da vicino. Il contesto è diverso, le età dei protagonisti sono diverse. Ma le analogie sono tante.

Come quella di anestetizzarmi davanti alla Tv o dentro ad un libro fino a notte fonda.

O come il pensiero rivolto ai suoceri, ai genitori del marito perso: “Avevamo perduto la stessa persona, ma non avevamo subito la stessa perdita”, “Lui era mio marito ed era suo figlio. Era mio. Ed era suo. Ma non era nostro”

Come dice l’autrice stessa, alcune esperienze si possono raccontare, ma chi non le ha vissute non potrà mai capire fino in fondo. La perdita di un marito è un dolore che ti schianta, eppure si sopravvive, si sopravvive con sensi di colpa, con alti e bassi, con lacrime e con risate, con rimpianti. E, per fortuna, con i ricordi. Quelli ci sono. Parlarne aiuta, lo so. Anche per Puk Qvortrup è stato sicuramente liberatorio raccontare quel dolore. (Come dice Jòn Kalman Stefànsson “Scrivere è lottare contro la morte”).

“Avevo perso molto, ma non avevo perso tutto”

Si vive ancora, dunque. Posso testimoniarlo. Come si vive poi è soggettivo, ognuno si ricostruisce come può.

“Tirai fuori i pantaloni e la camicia, lasciai la giacca sulla stampella. Forse un giorno ai ragazzi avrebbe fatto piacere usare la giacca più elegante del padre…” Mi piace questa frase perché accomuna me e Puk nella scelta dell’abito da sposo, ma senza giacca, per i nostri mariti, per quell’ultimo cambio d’abito.

Una lettura scorrevole, dolorosa ma fluida, veloce; un inno alla vita che ti massacra ma ti dà al contempo la forza di andare avanti. E di affrontare la quotidianità.

Recensione di Lauretta Chiarini

IN UNA STELLA Puk Qvortrup

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