IL SEGRETO DEL FICO, di Silvia Ammavuta (Lorenzo De Medici Press)
Una storia avvincente e struggente, l’intreccio di vite particolari e di personalità uniche sullo sfondo della campagna toscana dalla fine dell’Ottocento, una saga familiare che parte dal ritrovamento di vecchie lettere fra le radici di un fico secolare al Poggio alla Quercia.
Il primo romanzo di Silvia Ammavuta si dipana fra le vicende odierne di Gerardo, giovane uomo in crisi fra il rapporto difficile con la moglie e quello imprevisto con l’amante, e la storia dei suoi avi rivelata pian piano dalle lettere ritrovate e dai racconti della sua Tata, Zelinda.
Nonostante alcune incertezze – legate perlopiù ad un lessico talvolta ridondante, appesantito soprattutto nella prima parte del libro – la storia prende man mano forma e ritmo, affascinando il lettore grazie ai personaggi vivamente delineati e caratterizzati. In particolare i protagonisti del passato (Piero, Vasco e Guendalina) sembrano uscire dalle pagine con decisione, personalità complesse ed inaspettatamente moderne, cosa che li rende vividi ed incredibilmente umani; meno incisivi e spontanei gli attori del presente, escludendo Zelinda che invece, trait d’union delle due epoche, si rivela un carattere stupefacente. Da apprezzare la sensibilità ed il rispetto con cui vengono trattati argomenti particolarmente delicati. È facile innamorarsi di un personaggio come Vasco, inquieto, dissacratore, appassionato ed ascetico, alla perpetua ricerca di se stesso, della libertà, dell’amore.
Un romanzo quindi inizialmente un po’ lento, ma che nel dipanarsi afferra l’attenzione e trascina al capitolo successivo; un ottimo risultato per un’opera prima. Sono molto belli i dialoghi, anche in dialetto.
Recensione di Simona Vagaggini
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