IL PRIGIONIERO DEL CIELO Carlos Ruiz Zafón

IL PRIGIONIERO DEL CIELO, di Carlos Ruiz Zafón (Mondadori)

 

Appena finite le ultime pagine de “Il prigioniero del cielo” di Carlos Ruiz Zafòn. In questo romanzo, ahimè sin troppo breve per un’ammiratrice dell’autore quale sono, si riprendono le fila delle vicende di Daniel Sempere, stavolta alla scoperta della vera storia del suo amico Fermìn. Entrambi personaggi conosciuti ne “L’ombra del vento”, anche in questo volume non mancheranno di affascinare il lettore. Una storia insolita, a metà tra “Il conte Montecristo” e le atmosfere coinvolgenti già ritrovate anche ne “Il gioco dell’angelo” dello stesso autore. La narrazione corre veloce pagina dopo pagina, la storia seduce e rapisce l’anima come sa fare ciò che Zafòn ha scritto nella sua purtroppo breve vita. Alla fine, il romanzo lascia la strada aperta per l’ultimo capitolo della storia, con alcune pennellate stilose che non mancheranno di colpire ancora una volta.

Perché non si potrà non voler rientrare di nuovo nel Cimitero dei Libri Dimenticati: “La sua sagoma minuta si immerse nel grande fascio di luce che calava dalla cupola di vetro sulla sommità. Il chiarore cadeva come una cascata di vapore nel grande labirinto di corridoi, tunnel, scale, archi e volte che sembravano sorgere dal suolo come il tronco di un albero infinito, fatto di libri, che si apriva verso il cielo in una geometria impossibile. Fermìn si arrestò all’ingresso di una passerella che si inoltrava a mo’ di ponte nella base della struttura, contemplando a bocca aperta lo spettacolo. Mi avvicinai a lui con cautela e gli misi la mano sulla spalla. “Fermìn, benvenuto al Cimitero dei Libri Dimenticati”.

Recensione di Eleonora Saia

IL PRIGIONIERO DEL CIELO Carlos Ruiz Zafón

L’isola dei tesori, dove gli animali sono preziosi

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