IL LETTO DISFATTO Françoise Sagan

IL LETTO DISFATTO, di Françoise Sagan

Ho trovato questo libro nel book corner dello stabilimento balneare a luglio e, nonostante la trama non mi convincesse molto, né m’incoraggiava il vedere quanto fossero piccoli i caratteri di stampa, mi sono fatta convincere dal prezzo (appena 30 centesimi a volume) e dal nome dell’autrice, Françoise Sagan, che avevo già avuto modo di apprezzare in Bonjour Tristesse, nella doppia versione cartacea e cinematografica.

CENNI DI TRAMA La vicenda è molto semplice e lineare. Beatrice Valmont, famosa attrice di teatro, è da poco tornata insieme ad una sua vecchia fiamma, Edouard Maligrasse, un giovane sensibile e fragile commediografo al suo debutto sulla scena dei teatri parigini degli anni ’70.Dopo cinque anni, la sensuale Beatrice, attirata anche dai primi successi ottenuti da Edouard, lo aveva riammesso alla sua “corte” di amanti usa e getta, che lei stessa definiva semplicemente “parentesi”. E forse Edouard è, inizialmente, anche questo. Nella seconda metà del libro però le cose virano verso altri lidi, poiché il fragile e insicuro trentacinquenne, che la amava indefesso sin da allora, inizierà ad assumere un’apparente sicurezza, che, a sua volta, in Beatrice, creerà invece una sorta di ansiosi fraintesi e sensi d’insicurezza tipici di chi, prima di allora, non ha mai amato veramente, quindi…

Scritto nel 1977, IL LETTO DISFATTO (Le lit defait) dovrebbe essere uno dei romanzi più significativi e celebrativi della carriera della Sagan, grazie all’analisi attenta e approfondita della psiche dei due protagonisti, delle insicurezze e delle fragilità, che caratterizzano entrambi, non solo quello maschile, come sembra in principio.Per quanto riguarda la scrittura, pur essendo scorrevole, si rivela, a mio avviso, sin dalla prima metà del libro, greve e farraginosa, pesante da portare avanti, soprattutto a causa delle paturnie che si crea Beatrice: vere e proprie paranoie al limite del sopportabile in una lettura, che, a questo punto, non è più svago.Nonostante ciò e sebbene il personaggio Beatrice si rivelasse, man mano procedevo nella lettura, instabile e antipatico, oltre che saccente e viziato, ho portato a termine il romanzo, tra spiaggia e casa, con una certa insofferente smania di arrivare al più presto alla conclusione, vista la solfa ripetitiva che lo ha accompagnato lungo quasi tutta la sua lunghezza.È per questo che, pur essendo solo 249 pagine, non mi sento particolarmente in vena di consigliarlo né lo considero un libro per tutti.

Recensione di Lena Merlina

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