IL FILO DI LUCE Valeria Montaldi 

IL FILO DI LUCE, di Valeria Montaldi (Rizzoli – marzo 2022)

 

Questo romanzo è stato una piacevole sorpresa perché non avevo mai letto nulla di questa autrice, è un romanzo scorrevole e veloce da leggere, l’equilibrio tra le parti descrittive e i fatti narrati è armonioso, quindi , direi , che è proprio una bella lettura per chi ama il genere.

Si tratta di un romanzo storico in cui personaggi di fantasia come Margherita, la protagonista, sono delineati con verosimiglianza e interagiscono con personaggi storici realmente esistiti come Cicco Simonetta gran consigliere e uomo di legge al servizio di Francesco Sforza e dei suoi discendenti che, con la sua abile politica, ha contribuito a consolidare il Ducato oltre che costruire la sua personale ricchezza, Elisabetta Visconti sua moglie, donna intelligente e colta, moderna e concreta che credeva nella capacità imprenditoriale delle donne, in una società in una economia era solo al maschile, ha dato sostegno ad imprese a conduzione femminile.

Nella storia offre il suo aiuto a Margherita in cui vede intelligenza, capacità e motivazione per creare un’impresa per la lavorazione della seta proprio in città. Tra le due donne nascerà un sodalizio che durerà, tra alterne vicende, per tutta la vita. Il romanzo si inquadra nella storia della seconda metà del 400 a Milano, quando, dopo la morte dell’ultimo Visconti, il ducato passa nelle mani di Francesco Sforza capitano di ventura che sposa Bianca Maria, la città sotto il suo potere ritrova un certo lustro e solidità politica ed economica pur in un periodo politicamente turbolento e inquieto a causa dei litigiosi minuscoli ducati, regni, signorie che costituivano la realtà politica del periodo, sempre in antagonismo tra di loro.

In città si inizia la costruzione del duomo, i quartieri brulicano di botteghe, osterie, mercanti, e seterie. Pare proprio che nei confini della città esistesse davvero una impresa manifatturiera per la lavorazione della seta che esportava in tutta Europa, nel lecchese i bachi venivano allevati per produrre seta con cui, i mastri setaioli, producevano tessuti pregiati per la famiglie aristocratiche, gli ecclesiastici e i ricchi. La produzione era interamente nelle mani delle donne che gestivano l’intera filiera. La leggenda racconta che la lavorazione della seta sia stata introdotta in Sicilia dai frati che provenienti dall’estremo oriente hanno trafugato la uova del baco portandoli fino in occidente e la sua lavorazione si sia poi estesa alla Toscana e appunto al lecchese.

L’autrice ha quindi il merito di avere portato alla luce una realtà imprenditoriale in parte dimenticata in cui le donne sono state protagoniste e da essa hanno ottenuto una certa autonomia non solo economica. Margherita, la protagonista è un’orfana che sin da bimba non ha conosciuto nient’altro che disgrazie, solitudine, miserie e violenza per finire giovanissima avviata alla prostituzione nei locali malfamati della città, come d’altro canto era spesso destino di molte bambine povere o orfane, però Margherita ha avuto la forza e l’orgoglio di opporsi e fuggire per trovare, dopo diversi eventi, un lavoro proprio nel setificio in città costruendo la sua fortuna sul lavoro, l’inventiva e la volontà. Ma si porterà dietro per sempre il marchio di prostituta e di donna di malaffare e saranno proprio altre donne che si prenderanno la briga di far circolare infamità e pettegolezzi sul suo passato e sul suo presente. La svolta nella sua vita viene quando ormai vedova e con l’acqua alla gola, crede di avere perso tutto non riuscendo più a portare avanti il setificio , proprio allora l’incontro fortuito con Elisabetta Visconti che, donna intelligente e con il fiuto per gli affari, le offre il suo appoggio attraverso una società tutta al femminile.

Storicamente, come ho già detto, pare che fossero le donne a lavorare nella manifattura a Milano, e questo dimostra come le donne in tutte le epoche, abbiano saputo trovare un loro spazio produttivo fatto di inventiva e intuito anche se spesso è venuto loro a mancare, da parte dalla storia ufficiale, il riconoscimento economico e sociale dovuto e solitamente venivano relegate a ruoli secondari o marginali.

Recensione di Patrizia Franchina

IL FILO DI LUCE Valeria Montaldi

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