LE BUGIE DEL MARE Kaho Nashikin

LE BUGIE DEL MARE, di Kaho Nashikin (Feltrinelli)

 

Kaho Nashiki, “Le bugie del mare”, Feltrinelli, 2021, traduzione dal giapponese di Gianluca Coci

Anni Trenta, il giovane ricercatore Akino si reca nell’immaginaria isola a forma di cavalluccio marino di Osojima per completare delle ricerche lasciate incompiute anni prima dal suo maestro. La sua vita è segnata dai lutti (in poco tempo gli sono morti i genitori e la fidanzata) lui stesso è alla ricerca del suo posto nel mondo ed è di natura solitaria, introversa e riflessiva. Nonostante queste premesse, “Le bugie del mare” non è assolutamente un romanzo cupo e dolente, ma anzi, è meraviglioso nel senso più alto e nobile del termine, perché sa destare meraviglia nel lettore, che è accompagnato dall’autrice ad esplorare l’isola insieme al suo protagonista, metafora di una viaggio all’interno di sé stessi.

 

 

Ogni capitolo ha un titolo composito: quello di un luogo, di un elemento della flora locale, di un animale e di un mito o leggenda del posto. Davanti agli occhi del lettore, descritti con la maestria che i lettori di Kaho Nashiki già conoscono (per esempio per aver letto il suo “Un’estate con la strega dell’Ovest”) si aprono paesaggi stupendi solcati da assioli gorgheggianti e da higurashi, le cicale giapponesi, che friniscono senza sosta. Akino viene anche a conoscenza dei miti del posto, tra cui gli umiuso, i ‘leoni del mare’ cioè ‘le bugie del mare’ del titolo del libro, miraggi che appaiono in particolari circostanze atmosferiche.

 

 

 

Sbarcato sull’isola da solo, sotto il peso dei suoi pensieri, il protagonista del romanzo farà amicizia con due persone: un anziano, che gli offre ospitalità nella sua casa, e un giovane che lo accompagnerà alla scoperta dell’isola, diventando il suo miglior confidente e permettendogli quindi quel lavoro di introspezione che è il vero scopo del viaggio. Con un balzo temporale, la vicenda si conclude cinquant’anni dopo il suo inizio, ma di ciò, ovviamente, non si dirà nulla. Conviene invece ribadire che “Le bugie del mare” è un romanzo bellissimo, scritto in maniera impeccabile, che fa viaggiare con la mente e con il cuore ma che non ricatta mai emotivamente il lettore, come fa purtroppo molta letteratura contemporanea.

Alla fine dispiace lasciare Akino, ma lo si fa consapevoli che “Noi tutti seguiamo un lungo usogoe, un lunghissimo cammino. Un passaggio. E oltre la riva, ci attende un posto senza nome”.

Recensione di Moreno Migliorati
LE BUGIE DEL MARE Kaho Nashikin

L’isola dei tesori, dove gli animali sono preziosi

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