I SONNAMBULI, di Hermann Broch (Mimesis)
Questa trilogia entra a gamba tesa fra le migliori letture dell’anno senza sé e senza ma, di Broch mi sono innamorata e leggerò sicuramente altro a partire da ‘La morte di Virgilio’.
È un libro complesso, che intreccia diversi piani e alterna diverse storie ma sempre con un obbiettivo ben chiaro in mente: analizzare la disgregazione dei valori e lo fa seguendo tre protagonisti, che ogni tanto si sovrappongono sconfinando nel tomo successivo, in tre epoche diverse (1888-1903-1918) distanti ma non troppo e emblematici di tre filosofie (romanticismo-anarchia-realismo) che affrontano la problematica quindi in modo differente anche se sempre destabilizzante o distruttiva rispetto allo status quo, rimanendone escluso o creandone uno nuovo.
Una visione disincantata e critica, affiancata, soprattutto nel terzo volume, da poesie, storie collaterali e parti saggistiche storiche a sostegno della tesi. L’uomo e non la storia diventa protagonista, non una saga familiare che vuole raccontare l’impero guglielmino ma la storia come fucina di sfide per la persona, che declinata nei vari personaggi offre risposte diverse.
Lo stile ben regge per complessità e cura i voli di pensiero e segue adeguatamente i cambi di passo.
Il tutto con uno strepitoso saggio introduttivo di Kundera che mette ben a fuoco il nocciolo della questione e ci regala anche un po’ di sé, e una conclusione molto interessante di Fuentes
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