GLI OCCHI DELL’ASSASSINO Nesser Hakan

Gli occhi dell'assassino

GLI OCCHI DELL’ASSASSINO, di Nesser Hakan

Håkan Nesser – Gli occhi dell’assassino

In una giornata di fine estate Leon Berger, un insegnante di ginnasio di 45 anni rimasto solo per la scomparsa della moglie e dell’unica figlia decedute a causa di un naufragio, lascia Stoccolma per ricominciare altrove la sua vita e si trasferisce nella piccola cittadina di K. nel profondo nord della Svezia. Berger, seguendo il suggerimento di Ludmilla Kovacs, una sua amica di gioventù ora insegnante a K., sostituirà alla Bergtunaskolan il professor Eugen Kallmann, un docente molto amato dagli studenti, ma dal passato tormentato, morto qualche mese prima in circostanze oscure che fanno sospettare un omicidio.

Prende il via con questi eventi il romanzo di Håkan Nesser da poco pubblicato in Italia e da qui si addentra in un coinvolgente intreccio di vite e di segreti, che si snodano mano a mano che avanza l’oscuro inverno svedese.

Chi era e come è morto Eugen Kallmann? Perché la sua esistenza solitaria, che lascia intravedere un tragico passato, condiziona gli animi di alcuni docenti e studenti che frequentano il ginnasio della Bergtunaskolan? Cosa vuole scrutare con le sue interviste Charlie Mattis, uno dei migliori allievi del ginnasio e perché la sua attenzione si rivolge verso Andrea Wester, una coetanea assillata dagli interrogativi sulle proprie origini? Sono fondati i sospetti e i misteri della città di K.?

E quando in un cassetto della scrivania Leon trova i diari di Kallmann, dalla loro lettura prenderà avvio una tela di indagini e di enigmi per scoprire verità tenute nascoste per decenni che affondano le radici in un remoto passato.

Il libro di Nesser ha le cadenze di un romanzo, non è solo un giallo: si svolge in un angolo del mondo ai margini dell’Europa e di questo mondo indaga memorie e speranze.

L’attenzione alle atmosfere e all’umanità dei suoi personaggi ha fatto equiparare Håkan Nesser a Georges Simenon, ma se in questo romanzo vogliamo trovare qualche analogia di stile tra scrittori, allora pare più adeguato il riferimento alla tecnica espressiva di Edgar Allan Poe: la narrazione è fatta da ciascun protagonista in prima persona, le voci si intrecciano di continuo creando un più diretto approccio agli avvenimenti descritti, ogni narratore racconta le sue vicende e le sue intuizioni e al lettore sembra di essere proprio lì con lui, perché la scrittura si fa empatica.

Sin dall’inizio del libro sappiamo che Kallmann era originario di K., ma pare che al tempo della sua fanciullezza avesse un nome diverso; nei suoi diari sostiene, ancora ragazzo, di aver ucciso la madre colpevole di un tradimento: corrisponde al vero questa narrazione o è l’invenzione di uno scrittore che vuole sconcertare i suoi lettori? Apprendiamo, inoltre, che Kallmann possedeva la facoltà di vedere nell’animo delle persone e veniamo a conoscenza che, grazie a questo suo potere, dopo il suo ritorno a K. aveva individuato un assassino: è forse la persona che, per proteggere se stesso, ne avrebbe provocato la morte? Perciò, indagare sul passato è indispensabile per svelare il presente della comunità che ruota intorno alla Bergtunaskolan, segnata anche dalle minacciose violenze di frange neonaziste, uno dei ricorrenti problemi che condizionano la attuale società svedese.

Insomma, un labirinto di argomenti per una storia coinvolgente; un bel libro che merita di essere letto.

Recensione di Giovanni Rossi

Recensione 2

1995, il professor Leon Berger lascia Stoccolma per trasferirsi a K. nel nord della Svezia; ha perso da pochi mesi moglie e figlia in un incidente e desidera lasciarsi tutto alle spalle. Coglie quindi al volo l’occasione di sostituire un docente del liceo locale, da poco scomparso in circostanze misteriose.

Il ritrovamento casuale dei diari del suo predecessore, il confronto con alcuni colleghi dello scomparso e le voci contrastanti che girano su quello che è realmente successo, lo spingono ad imbarcarsi in un’indagine privata.

La storia (niente di speciale, intendiamoci) è raccontata diligentemente, in modo lineare e chiaro; più che l’intreccio (che comunque riesce a creare una certa curiosità) all’autore riesce bene la caratterizzazione dei personaggi.

Soprattutto quello di Andrea, l’allieva quindicenne coinvolta nella vicenda suo malgrado, risulta ben costruito e descritto; i dialoghi con l’ amica del cuore mi hanno suscitato simpatia e anche un po’ di nostalgia per quell’età e quel tipo di amicizia, assoluta e esclusiva. Insomma ho letto a dicembre un libro “da ombrellone”, un passatempo senza nessuna pretesa che a volte però può essere utile.

Recensione di Elena Gerla
GLI OCCHI DELL’ASSASSINO Nesser Hakan

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