
GLI OCCHI DELL’ASSASSINO, di Nesser Hakan

1995, il professor Leon Berger lascia Stoccolma per trasferirsi a K. nel nord della Svezia; ha perso da pochi mesi moglie e figlia in un incidente e desidera lasciarsi tutto alle spalle. Coglie quindi al volo l’occasione di sostituire un docente del liceo locale, da poco scomparso in circostanze misteriose.
Il ritrovamento casuale dei diari del suo predecessore, il confronto con alcuni colleghi dello scomparso e le voci contrastanti che girano su quello che è realmente successo, lo spingono ad imbarcarsi in un’indagine privata.
La storia (niente di speciale, intendiamoci) è raccontata diligentemente, in modo lineare e chiaro; più che l’intreccio (che comunque riesce a creare una certa curiosità) all’autore riesce bene la caratterizzazione dei personaggi.
Soprattutto quello di Andrea, l’allieva quindicenne coinvolta nella vicenda suo malgrado, risulta ben costruito e descritto; i dialoghi con l’ amica del cuore mi hanno suscitato simpatia e anche un po’ di nostalgia per quell’età e quel tipo di amicizia, assoluta e esclusiva. Insomma ho letto a dicembre un libro “da ombrellone”, un passatempo senza nessuna pretesa che a volte però può essere utile.
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