FISSANDO IL SOLE, di Irvin Yalom
«La tristezza mi entra nel cuore. Io ho paura della morte.»
La prefazione si apre così, con questa frase che Gilgamesh scrisse quattromila anni fa.
Una decina di parole e già ti senti meno solo.
Ti senti accolto in grande abbraccio.
Pensavi di essere l’unico che, riflettendo sulla finitezza dell’esistenza, sentiva il respiro farsi affannoso e scopri che è successo in ogni tempo e in ogni luogo.
La principale risorsa – per ognuno di noi – sono gli altri, il confronto con gli altri – soprattutto.
La comunicazione autentica può essere la svolta.
«Le soleil ni la mort ne se peuvent regarder en face» ( cit. La Rochefoucault)
Tutti hanno provato a guardare il sole…tutti hanno dovuto distogliere lo sguardo in fretta, incapaci di sostenere quella visione.
Tutti hanno pensato alla fine dei propri giorni…ma hanno dovuto allontanare quel pensiero, incapaci di sostenere il terrore e l’angoscia che quel pensiero originava.
Yalom, padre della terapia esistenziale, si rivolge ai giovani terapeuti con intento formativo; la lettura però può essere affrontata con piacere anche da un lettore «comune», sensibile all’argomento.
L’angoscia esistenziale, compagna di tante notti, trova modo di affievolirsi leggendo riflessioni semplici e profonde di grandi uomini del passato. O semplicemente scoprendo che non si è soli ma che, al contrario, ogni essere umano – prima o poi – la incontra.
La narrazione di Yalom, pacata, lucida e autentica, dona attimi di commozione e serenità.
Recensione di Gabriella Calvi
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