ELETTRA, di Amelie Nothomb (Voland)
Amo i racconti scritti bene e questo senza dubbio lo è.
La parola, enigmatica e sibillina come quella della Sfinge o della Pizia, segna i destini dei personaggi di questo racconto che somiglia tanto ad una tragedia greca.
Elettra si innamora di una cantante rock e la sua passione provoca un cambiamento radicale in lei e in chi le sta intorno. Elettra parla, parla con la sua amata, ma poi non ricorda cosa le ha detto. Da qui si innesca e si dipana la storia sotto forma di diario di Elettra.
Questa Elettra mi ricorda le passioni estreme delle tragedie greche: le parole pronunciate, ma dimenticate da Elettra e non scritte (che il lettore cercherà ossessivamente di sapere), sono micidiali come coltelli che affondano nei petti.
Sono rimasta letteralmente folgorata dallo stile, dalla capacità affabulatoria della Nothomb, di cui sicuramente leggerò altro.
Recensione di Patrizia Bellanova
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