DONNE CHE CORRONO COI LUPI, di Clarissa Pinkola Estés
Un libro che ho amato molto anche grazie al suo valore affettivo (mi è stato regalato da mio padre).
Sono pagine molto particolari e intense quelle di “Donne che corrono coi lupi” -di non facile accesso in realtà- da leggere con attenzione e abbandonare per lasciar “sedimentare” le parole… per poi riprenderlo, rileggerne qualche passo, abbandonarlo di nuovo, assaporarlo, divorarlo.
La grandezza dell’opera sta nel fatto che l’autrice riesce nel suo intento di far riflettere; conquista il lettore grazie alla possibilità (dietro un lungo lavoro di ricerca) di attingere a fiabe, racconti popolari, miti di diverse tradizioni culturali che ruotano attorno alla figura femminile e, in particolare, alla “Donna Selvaggia” intesa come forza psichica potente, che vive di istinti e creatrice ma anche materna, insicura, spirituale e stereotipata. E lo fa senza giudizi, lasciando che sia il lettore a trarre le sue conclusioni.
Ricco e complicato per alcuni aspetti, è un libro che fa crollare i miti, fa capire che spesso e senza volerlo la donna e l’uomo, di conseguenza, sono vestiti di giudizi e pregiudizi, incasellati in ruoli che vestono più o meno bene per via di una tradizione, di una cultura, di qualcosa che va oltre il ruolo che impone la società in cui si vive.
Profondo e spesso presentato come “il libro che cambia la vita” offre, semplicemente, un invito a crescere con nuova maturità e consapevolezza. Un ottimo compagno per “recuperare l’istintualità e la capacità visionaria perdute nel corso del tempo”.
Concordo sull’idea che, sebbene scritto per le donne, sia un’ottima sfida anche per gli uomini.
Non sconvolge, ma resta nel cuore.
Recensione di Erika Polimeni
DONNE CHE CORRONO COI LUPI, di Clarissa Pinkola Estés
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