
CREPITIO DI STELLE, di Jón Kalman Stefánnson (Iperborea – ottobre 2020)
“Sei vite, centocinquant’anni e un marinaio dai capelli rossi; avrei avuto bisogno della lingua intera, per raccontare di loro come si deve. E presto non ci sarà niente a ricordarli, se non una conchiglia di strombo e un sasso che sembra un esserino. Un giorno, prima o poi, li riporterò tutti e due sulla Snæfellsnes e li lascerò al loro posto: il sasso sulla collina, la conchiglia in mare. Grazie per avermeli dati in prestito, dirò.”
Andava fatto così: dovevo parlarvi di questo libro iniziando da dove l’autore ha terminato. Perché queste poche, meravigliose righe finali, racchiudono le diverse anime del racconto.
Un romanzo di formazione (chi scrive è il pronipote, che intreccia le vicende dei bisnonni e dei loro quattro figli con la sua infanzia da orfano di madre). Ma anche una saga familiare, una storia piena d’amore e di forza, il ritratto di un uomo tanto libero da non trovare pace e di una donna che sa decidere.
E soprattutto ci fanno capire che siamo davanti ad una lunga, bellissima poesia in forma di prosa: ogni pagina da assaporare, leggere e rileggere, parole che riempiono occhi, testa e cuore.
Leggetelo pian piano, gustatelo, regalatevi questa bellezza semplice.
E guai a chi mi dice che non legge i nordici perché sono troppo freddi!!!
“Il cielo si fa scuro intorno a noi, è sera; s’illumina e poi diventa azzurro, è arrivato il giorno. Ma questo cielo, dimora di Dio e tetto sopra le nostre vite, non esiste da nessuna parte, se non nelle nostre teste. Il cielo è solo il termine con cui indichiamo una distanza incomprensibile – ed è lì che siamo diretti.”
Recensione di Elena Gerla
CREPITIO DI STELLE Jón Kalman Stefánnson

Commenta per primo