Ci ha lasciato a 66 anni lo scrittore Luca Di Fulvio: lo ricordiamo con due dei suoi libri più conosciuti

Ci ha lasciato a 66 anni lo scrittore Luca Di Fulvio: lo ricordiamo con due dei suoi libri più conosciuti

 

LA RAGAZZA CHE TOCCAVA IL CIELO, di Luca Di Fulvio (Rizzoli)

Recensione 1

Inizio questa recensione prendendo spunto dalle parole di un giornalista de “Il venerdì della Repubblica”, Marco Occhipinti, che riguardo al libro e al suo autore si esprimeva in tal senso: <<Dicevano che il suo modo di scrivere era troppo cinematografico. A giudicare dal successo ottenuto, si sbagliavano>>. Io posso dire di aver vissuto questo libro come se fossi proiettato dentro un colossal cinematografico, e per me questo è già di per sé un grandissimo successo.

Una Venezia dei primi anni del 1500, una città lagunare in cui ricchezza e povertà, sfarzo e miseria, nobiltà e malavita vivono a stretto contatto, in una accettata e rassegnata convivenza. Venezia e i suoi canali protagonisti di una grande storia di amore e di odio, di invidia e di gelosia, di amicizia e di rivalità, di eroismo e di sete di vendetta, di passione e di distruzione, in un turbinio di forti emozioni, di vicende sempre sul filo di lana e di improvvisi colpi di scena. Un libro strutturato secondo la vincente formula dei capitoli brevi in cui si alternano le vicende dei personaggi principali e che portano il lettore a voler leggere tutto d’un fiato….800 pagine (che non sono poche) che non pesano!

Un ultimo appunto: in precedenti recensioni leggevo di lamentele riguardo il linguaggio scurrile utilizzato nei dialoghi di alcuni protagonisti; io credo che tale linguaggio vada comunque contestualizzato all’ambiente malfamato in cui vivono i suddetti protagonisti. Pertanto personalmente non lo reputo fuori luogo , ne tanto meno di cattivo gusto.

Colonna sonora di accompagnamento: scelgo un classico moderno veneziano che sappia descrivere il galoppare delle vicende descritte.

https://youtu.be/i15dgTJFV04

Recensione di Alessandro Romano

LA FIGLIA DELLA LIBERTÀ, di Luca Di Fulvio (Rizzoli)

Recensione 2

Ho praticamente divorato in pochi giorni questo meraviglioso romanzo di quasi 640 pagine consigliato dalla libraia. Lo ha letto prima mia figlia, che all’ultima pagina con gli occhi lucidi mi ha detto: “mamma devi assolutamente leggerlo! E così ho iniziato…

Si narrano le vicende dei tre protagonisti che vivono in luoghi diversi e non si conoscono tra loro. Rosetta, Rocco, e Racahel.

Qualcosa accomuna i tre ragazzi, ed è la voglia di cambiare la propria vita per tentare di migliorarla e fuggire da un sistema che li imprigiona e prevarica il loro modo di vivere. Il loro spirito di ribellione li spingerà a lasciare (o scappare da un destino segnato) dalla loro terra natia.

La storia è ambientata nella Buenos Aires, il cosiddetto “mondo nuovo” e l’epoca è quella del 1912.

Non voglio svelare troppo sulla trama per non togliervi il gusto della lettura, posso dirvi che per me è stata una lettura appassionante, ho avuto difficoltà a staccarmi dal libro e non fare le ore piccole, proprio perché è stata una lettura molto coinvolgente. Sono sincera, è il primo libro che leggo di questo autore per me eccezionale. È riuscito a fare si che i tre protagonisti ti restino nel cuore . Un racconto che esalta il coraggio, la passione e l’altruismo. Ma… C’è un “ma”.. prevale anche tanta cattiveria e crudeltà soprattutto ai danni delle donne che haimè in quel periodo era persino vietato saper leggere.

Ma c’è anche tanta voglia di riscatto, e leggendolo ve ne renderete conto.

Ho tanto amato Rosetta Rocco e Rachael, quanto ho odiato altri personaggi per la loro prepotenza e le angherie che haimè faranno subire non solo alle donne considerate solo carne da vendere, ma anche verso i loro propri compaesani.

Ho una preferenza assolutamente personale per uno dei protagonisti, ed è la 13enne piccola Rachael. Lei si è guadagnata un posto “speciale” perché credo che sia lei stessa “speciale”… Il mio piccolo e indifeso “porcospino”.

Insomma spero di avervi trasmesso la voglia di leggerlo, perché credetemi ne vale davvero la pena.

Termino con questa bellissima frase scritta dall’autore.

“Il coraggio di cambiare per noi e per gli altri”… Che poi è il senso e la morale del libro

Recensione di Roberta Polizia

L’isola dei tesori, dove gli animali sono preziosi

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