
CHE TU SIA PER ME IL COLTELLO, di David Grossman
Ho divorato questo libro, o forse è lui che ha divorato me.
Leggo in precedenti commenti che a molte persone non è piaciuto, cosa peraltro più che comprensibile.
Si tratta di un romanzo introspettivo, lentissimo, torbido; è un libro che ti entra nelle viscere più che nel cuore. Un libro per naufraghi. La formula è particolare; un romanzo d’amore epistolare dove compaiono nella prima parte le lettere di lui, nella seconda quelle di lei.

Il protagonista maschile mette a nudo i lati meno nobili di sé e spesso mi è risultato autocompiaciuto, aggressivo nella sua smodata sincerità. Accanto a questi aspetti umanamente miseri (… dal letame nascono i fior…) sgorgano però momenti di poesia vera. Se googlate “citazioni di Grossman” vi compariranno carrellate di frasi meravigliose, vere, molte delle quali tratte proprio dalle lettere di Yair.
La protagonista femminile è tutto un altro paio di maniche. Lei sì che mi è entrata nel cuore.
Spero di non fare spoiler ma devo dire che per merito suo questo libro mi resterà nella memoria non tanto come un romanzo d’amore, quanto come un romanzo che parla di autismo. Autismo secondario per l’ esattezza, che è la sua forma più atroce.
Myriam ha qualcosa di etereo, delicato e pesante come un macigno quando ne scrive. Non so, a me sono arrivate delle immagini sublimi, per quanto siano state di una tristezza inenarrabile.
Sarà il mio lavoro, sarà che ho un figlio in quella stessa età cruciale, saranno altre cose della mia vita che non sto qui a dire, ma a me questo libro è entrato dentro…come un coltello.
Nel finale, al culmine del caos e della disperazione, divampa all’ improvviso una fiamma di speranza. Bellissimo, inaspettato come la pioggia a Gerusalemme.
David Grossman, autore considerato come uno dei Grandi Contemporanei. Non posso che confermare.
Recensione di Nicoletta Tamanini
Presente nelle 10 recensioni più cliccate del 2019
CHE TU SIA PER ME IL COLTELLO David Grossman
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