ANCHE LE PULCI PRENDONO LA TOSSE Roberto Costantini

ANCHE LE PULCI PRENDONO LA TOSSE R. Costantini

ANCHE LE PULCI PRENDONO LA TOSSE, di Roberto Costantini

 

È strano trovare tra le pagine di un romanzo uno scenario tanto familiare quanto sgradevole dal quale non ci siamo ancora liberati. L’autore colloca proprio nella bergamasca questa nuova vicenda, a partire da quella fatidica ultima settimana di febbraio 2020, quando tutti abbiamo cominciato a familiarizzare con il lessico della pandemia.

La provincia viene ritratta con ironia amara e spietato realismo; i personaggi sono tipi umani comuni. Il commissario svogliato e corrotto, prigioniero delle sue paure, annichilito da un fratello maggiore in apparenza perfetto e da un padre che non perde occasione per umiliato. La prof stanca dell’ arroganza di alunni e genitori, tanto frustrata nella vita privata da crearsi una identità segreta con la quale diffondere fake news dal suo blog.

L’infermiera con una vita segreta lussuriosa grazie alla quale riscattare un rapporto scialbo e senza slanci. Il medico serio, affidabile fino ad apparire noioso, che da subito non si sottrae al suo dovere di aiutare i primi contagiati. L’imprenditore avido, spaccone e senza scrupoli, fine affarista che intuisce fra i primi le potenzialità economiche della pandemia.

Tutti finiscono nel vortice che ci ha travolti tutti quanti, in una comunione di destini che solitamente non si trova in un romanzo. Durante il lockdown di primavera amavamo dire “ne usciremo migliori”; i fatti successivi hanno purtroppo in parte smentito questa certezza. Anche nel romanzo le vite di alcuni personaggi svoltano verso la redenzione mentre altre restano irrimediabilmente invischiate nel male, in una visione del reale che risulta comunque amara.

Recensione di Maria Teresa Petrone

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