AMERICAN GODS, di Neil Gaiman
Un uomo di nome Shadow ha appena scontato tre anni di prigione ma il giorno del suo rilascio scopre di non avere più una casa e una famiglia da cui tornare; completamente solo al mondo, accetta di lavorare per il misterioso e irascibile signor Wednesday, con un ruolo non meglio specificato di guardia del corpo.
Dopo aver scoperto la vera e sorprendente natura del suo datore di lavoro, Shadow si troverà coinvolto in un’inedita lotta per la sopravvivenza, mentre un misterioso personaggio sembra supervisionare l’intera vicenda…
American Gods è un romanzo davvero originale, che affronta un tema particolare, come gli effetti della perdita della fede, i nuovi miti creati dalla società moderna, le radici della tradizione, traendone lo spunto per un racconto molto articolato, in cui riflessioni filosofiche e descrizioni oniriche sono alternate a momenti d’azione e di cupo umorismo.
Tutta la vicenda si svolge sullo sfondo di un’America provinciale tetra, cupa come l’inverno durante il quale si svolge il racconto e malinconica come le figure dei personaggi descritti, un tempo abituati alla venerazione delle folle e ora tristi rappresentanti di una società che li ha lasciati ai margini: non a caso, la loro caratterizzazione insiste su tratti volgari e volutamente antieroici, per sottolineare quanta distanza ci sia ormai tra il loro passato e il loro presente.
La struttura del libro è piuttosto complessa: l’autore, infatti, affianca al racconto principale altre storia parallele, destinate a riunirsi al filone primario alla fine della storia, sebbene questo procedimento ottenga l’effetto di rallentare la narrazione in alcuni punti, oltre a non risultare sempre gestiti in modo ottimale.
Per il resto, lo stile del romanzo è contrassegnato dai continui rimandi e dalle citazioni, che sono l’asso nella manica di Gaiman, insieme alle già citate atmosfere dark in cui si riconosce molto l’autore di Sandman.
Lettura consigliata senza dubbio agli amanti della narrativa fantastica più originale.
Recensione di Valentina Leoni
Leggete anche l’articolo NeilGAIMANIA
Commenta per primo