UOVA FATALI Michail Bulgakov

UOVA FATALI, di Michail Bulgakov (Passigli Editori)

Che grande rappresentazione e sberleffo del mondo, sia di ieri che di oggi: ecco “Uova fatali” di Bulgakov.

Una ‘novella grottesca’, come definita dallo stesso autore, il quale si era fatto portavoce di un’epoca che di grottesco aveva ogni tratto, mostrando lungimiranza su come le cose sarebbero continuate a rotolare e rovinarsi.

In breve, ci troviamo a Mosca e protagonista della novella è il professore di zoologia Persikov che durante un esperimento fa una scoperta sorprendente: mentre si trova seduto al microscopio, grazie a una particolare combinazione tra lenti e fasci di luce, scopre l’esistenza di un raggio di colore rosso che, puntato su delle amebe, ne consente una riproduzione per gemmazione a velocità fulminea. Lo stesso fenomeno si ripete puntando il raggio su uova di rana che, in sole 24 ore, vedranno nascere migliaia di girini che poi si trasformeranno in rane fameliche, capaci di invadere l’intero Istituto zoologico del professore. Tutto il mondo, nel volgere di poche ore, parlerà della sua scoperta. I giornalisti lo braccano e lo inseguono, i poteri forti lo cercano. Ed è qui che avviene la catastrofe, annunciata fin dalla prima pagina, ma quale sia non lo sapremo fino al suo svolgersi, in un precipitare tumultuoso dei fatti.

L’abilità di Bulgakov, oltre al sarcasmo che percorre ogni pagina, sta nel tenere altissima la tensione narrativa in attesa di scoprire quale sarà la “terribile catastrofe” annunciata nel secondo capoverso del lungo racconto.

Ma perché l’ho definita rappresentazione del mondo di ieri e di oggi? Perché sia in quella neonata società sovietica, sia in questa frenetica odierna, c’è sempre stato e ci sarà il timore di dove può giungere la bramosia degli esseri umani, la loro indubbia capacità di cavare profitto senza badare alle conseguenze delle proprie azioni, di puntare in alto senza avere ali ai piedi o un buon paracadute attaccato alla schiena.

Il mondo costruito da Bulgakov vede protagonista l’irrazionalità del potere che non crede alla scienza, che travalica i confini della natura e se ne sbatte del rispetto nei confronti dell’ambiente e della società, non ascoltando moniti, avvertimenti, conoscenza, sapienza.

Ditemi, non pare scritto oggi?

Recensione di Alessandra Toni

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