UN’ESTATE DI POLVERE, di Barbara Ghedini (Damster – giugno 2023)
L’incipit di questa recensione voglio prenderlo dalle parole dell’autrice stessa, che, rispondendo ad una domanda sugli autori italiani, diceva più o meno così:
“Spesso gli autori italiani ambientano le loro storie nella terra cui hanno abitato, o nei dintorni, ed è bello scoprirne particolari sconosciuti, ma molto interessanti”
E’ la prima volta che mi capita di leggere un libro e riconoscere i luoghi pescandoli nella memoria recente.
Negli anni ’70 non abitavo ancora a Reggio Emilia, ma il quartiere Gardenia non è cambiato più di tanto da allora.
Questa città mi ha dato molto e vederla omaggiata da questo bel romanzo mi ha toccato delle corde personali.
Non è però l’unico pregio di questa lettura.
Innanzitutto ho trovato molto pertinente lo stile di questo “io” narrante, che racconta fatti avvenuti molto prima, quando lei appunto era solo una bambina.
Si riconoscono nel linguaggio, tipicamente adulto, i particolari che appartengono alla Diana bimba che abita sopra la fabbrica di pennelli di proprietà della sua famiglia.
Si riconosce benissimo la curiosità fanciullesca, si riconoscono le abitudini proprie dei ragazzini del luogo e del tempo in cui sono ambientate le vicende.
Si riconosce altresì questa voglia irrefrenabile dei bambini di crescere prima del tempo!
Diana, avendo a che fare prevalentemente con gli adulti, si trova a doversi scontrare con realtà a lei ancora sconosciute.
Inizia a capire che gli adulti sono soliti “spasimare” tra loro anche se non ne afferra pienamente il concetto, anche perché nessuno è disposto (ovviamente) a spiegarglielo.
Da grande vuole fare la disegnatrice, ma da piccola, “La Cosa” la spinge a fare la detective in erba!
Si riconosce lo spirito della famiglia reggiana d’altri tempi, dove i nonni erano i pilastri indiscussi e dove si abitava tutti assieme… Dove anche se “Via col Vento” ancora non è finito, bisogna andare a casa perché bisogna mettere in tavola per il nonno al suo orario e non si può farlo aspettare!
Si riconoscono le abitudini a mandare i ragazzini muniti di lista della spesa nelle varie botteghe, perché la mamma ha da fare e soprattutto perché “sei grande e ci vai tu”
Tutto questo è la cornice, piena e calzante di questo libro.
Spingiamoci nel cuore della vicenda: è un libro giallo quindi non possono di certo mancare né i morti, né tantomeno coloro che indagano.
La vicenda è assolutamente credibile, non ho trovato discrepanze o punti deboli per cui, a mio avviso è promossa!
Le “quote rosa” sono rispettate alla grande e visto che siamo negli anni del femminismo (citato anche nel testo) anche questo particolare è degno di nota!
Infine voglio nuovamente tornare sulle parole dell’autrice, che ha espresso chiaramente di aver voluto donare al suo libro un’atmosfera leggera, nonostante la trama e le sottotrame abbiano particolari loschi, proprio per “farsi leggere” anche da coloro che non ci sono abituati.
L’accortezza è molto gradita, soprattutto perché il risultato non è per nulla banale, pur essendo leggero!
Non voglio svelare dettagli di trama
Il mio consiglio è di venire a conoscere questo quartiere di Reggio Emilia dalle parole di chi lo ha descritto così bene!
Vi affezionerete a Diana!
Buona lettura
Recensione di Rita Annecchino
UN’ESTATE DI POLVERE Barbara Ghedini
Intervista alla scrittrice Lorena Lusetti
Commenta per primo