UNA PARENTESI LUMINOSA, di Marella Caracciolo Chia
19. Solo 19 lettere tenute assieme da un pezzo di corda. Poche sì ma sono bastate all’autrice per ricostruire un amore segreto, tenuto nascosto in fondo ad un baule, chiuso e sepolto al secondo piano nella dimora di una delle dinastie più importanti di Roma, i Caetani.
Il libro ci dirà chi le ha scritte, narrerà di ambienti e personaggi della più blasonata nobiltà capitolina, ci trasporterà su un’isolotto molto più a nord, sul Lago Maggiore, ed evocherà gli anni della Belle Epoque e tutta l’inquietudine e i drammi che ne seguirono in quei primi decenni del Novecento. Ma andiamo per ordine.
C’è una Lei, è una giovane donna bella, sposata, inquieta, mondana e piuttosto frivola. Per lei la vita è zero preoccupazione e solo divertimento (tanto che vorrebbe sulla sua tomba come come unico epitaffio HO GODUTO).
È spericolata, vitale.. pare non fare altro che cercare svaghi, siano viaggi con la mongolfiera, partite a polo in bicicletta, feste e balli, gioco d’azzardo e cene con la migliore nobiltà europea. Estremamente ricca, sposata ad un Caetani, si trastulla fra letture, giardinaggio, ricamo e arredamento, lasciata in solitudine da un marito sempre assente. Di nome fa Vittoria e di cognome Colonna. Una principessa, una Colonna, appartiene cioè ad una fra le più importanti ed antiche famiglie della capitale.
Poi abbiamo un Lui. E’ un pittore, arguto, intelligente, intrepido. Pronto a fare a cazzotti, ma è anche un inguaribile sognatore. E’ un artista ormai riconosciuto, di fama internazionale, un futurista, un anti-tradizionalista ed anche un fervido interventista. Irriverente e voluttuoso, è figlio più modestamente di un impiegato e di una cucitrice. Di nome fa Umberto, di cognome Boccioni.
La storia che vivranno durerà pochissimo, una breve parentesi nelle loro vite, un “intervallo luminoso” come lo definirà la stessa Vittoria. Solo due settimane, in quel luglio 1916, in quella villa staccata da tutto, anche da terra, un angolo di paradiso quasi, l’isolino di S.Giovanni proprietà dei Borromeo padroni del lago e non solo,un rifugio di quiete, una fuga dalla mondanità sfrenata. E così, mentre il marito è sul fronte, lì vicino, mentre la Prima Guerra Mondiale semina orrore e morte e le carneficine si susseguono, questo amore velocemente sboccia come dentro una bolla. Boccioni -si sa- la triste fine che farà e lei .. lei invece vivrà a lungo, dicendo di sé.. “nulla ho saputo fare se non amare e l’ho saputo fare benissimo”.
Recensione di Anna Caramagno
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