UNA NOTTE SOLTANTO MARKOVITCH, di Ayelet Gundar-Goshen (La Giuntina)
Io che di solito scelgo con attenzione le mie letture, sono inciampata per caso in questo romanzo di esordio della scrittrice israeliana.
È come se un incantatore di serpenti avesse suonato la sua musica. Da questo libro escono fuori profumi, sentimenti, personaggi, vicende che si intrecciano in una melodia che mi ha tenuta sospesa fino alla fine. Mi ha raccontato non una, ma molte storie, in un ‘atmosfera che a tratti pare quasi surreale.
Sullo sfondo delle vicende degli ebrei e della costituzione dello stato di Israele, negli anni del dopoguerra, danzano i nostri personaggi, che si muovono leggeri, nonostante tutto.
Le loro storie sono di amore, di odio, di lotta, di incomprensioni familiari, di tradimento, ma io le ho ascoltate con il sorriso sulle labbra, come se qualcuno mi avesse incantato, suonandomi le loro vicende con un flauto.
Al centro due amici, diversi tra loro. Da una parte l’insignificante Markovitch, che caparbiamente ha deciso di tenere con sé Bella, la donna che ha amato fin dal primo istante, che le era capitata in “sorte” per un matrimonio fittizio, nonostante lei abbia deciso di odiarlo per tutta la vita.
Dall’altra il corpulento, estroverso e affascinante Feinberg, impenitente donnaiolo, che si innamora della donna con la pelle che profuma di arancia e gli occhi troppo distanti l’uno dall’altro.
Sono sicura che potrete sentire anche voi, come me, il profumo delle arance o quello di pesca della pelle del piccolo Yair, ed il gusto delle fragole che Markovich ha tenacemente ha voluto coltivare. Sentirete il rumore del vento nei campi ed il suono delle imprecazioni che Sonia urla verso il mare in attesa del suo Feinberg.
Lo consiglio a chi ama “farsi raccontare” la realtà con i colori, i sapori e i suoni di una favola.
Recensione di Benedetta Giannoni
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