UNA MANCIATA DI POLVERE Evelyn Waugh

UNA MANCIATA DI POLVERE Evelyn Waugh Recensioni Libri e news Unlibro

UNA MANCIATA DI POLVERE, di Evelyn Waugh

Anni Trenta: in un incantevole angolo della “Vecchia Inghilterra” il matrimonio dei Last, nome decisamente profetico, è in crisi perché Tony, affettuoso ma distratto gentleman amante di cavalli e affezionato a Hetton, la cadente dimora familiare, non si accorge dell’insofferenza della moglie Brenda, donna frivola e piuttosto sciocca, attratta dalla più sfavillante vita cittadina.

 

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Pur di non perdere le serate mondane londinesi, Brenda si trasferisce nella capitale dove trova un amante fatuo e insulso come lei abbandonando, di fatto, marito e figlio: nella cerchia di amici dei Last tutti sanno ma ostentano innocenza e la situazione diviene in più momenti paradossalmente comica. La tragedia che si abbatte sulla famiglia, poco dopo, serve solo a sancire il definitivo allontanamento dei coniugi ma il destino ha in serbo altre brutte sorprese per entrambi.

Nell’amaro finale, una sorta di legge del contrappasso di sapore vagamente pirandelliano spazzerà via le poche certezze rimaste a Tony mentre uno spiraglio di speranza sembra far capolino nella nuova destinazione di Hetton.

 

 

I protagonisti della mordente satira sociale di Waugh sono un gruppo di aristocratici inglesi, inetti, pigri e inconcludenti, che per nascondere la loro incapacità di affrontare il mondo che cambia, si rifugiano in tutti gli stereotipi di epoca vittoriana, dalla caccia alla volpe alle serate al club, dalle discussioni “politiche” alle prediche dei pastori, dai cavalli alle pittoresche dimore neogotiche nelle quali ci si illude di far rivivere un passato inesorabilmente tramontato, dando al lettore un’immagine estremamente ridicola, dietro la quale c’è il preciso intento dell’autore di evidenziare come quella classe sociale sia ormai inadatta a restare al passo con i tempi e pertanto sia divenuta un inutile ornamento, insieme a tutto ciò che ama e che è ormai simbolo di decadenza.

 

Attraverso la sua scrittura arguta e apparentemente disincantata, l’autore crea ritratti molto efficaci di smidollati superficiali, madri “snaturate”, scapoli “mammoni” falliti nel loro ruolo di arrampicatori sociali, parenti petulanti e boriosi mossi dall’avidità: la negatività di tutti personaggi del romanzo è messa in maggior risalto dalla loro incapacità di rivelare sentimenti autentici anche quando sulla scena della farsa irrompe la tragedia, elemento scomodo al quale guardare con fastidio e indifferenza.

Romanzo estremamente piacevole da leggere nel quale la portata cinica è efficacemente bilanciata da una prosa leggere e brillante, lo consiglio a chi già conosce questo grande scrittore ma ancora di più a chi volesse approcciarlo per la prima volta.

Recensione di Valentina Leoni

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