I BAMBINI DI LINGFIELD
Pur avendo letto moltissimo sulla Shoah, ultimamente mi sono dedicata ad una fascia di età più circoscritta: dalla nascita alla prima adolescenza, come dimostrano le letture effettuate di recente – le cui recensioni sono già qui state pubblicate – non mi era ancora capitato di trovarmi per le mani un libro che riguardasse esclusivamente la shockante situazione vissuta dai bambini ebrei deportati e separati dai genitori, se non addirittura nati nei lager.
La vicenda narrata da Titti Marrone in SE SOLO IL MIO CUORE FOSSE PIETRA è il resoconto romanzato di fatti realmente accaduti e storicamente registrati, in quanto vengono riportati i due-tre anni vissuti da 25 bambini ebrei, scampati alle camere a gas e ai forni crematori o estratti da angusti nascondigli in cui erano, a dir poco, stati dimenticati, in una casa di accoglienza appositamente aperta in Inghilterra, per iniziativa di illustri personaggi della cultura psico-pedagogica, come la dottoressa Anna Freud, figlia minore del padre della Psicoanalisi, il grande Sigmund, e Alice Goldberger (tutti ebrei), per il recupero e il reinserimento nella società, di questi bambini, i quali avevano vissuto la loro breve vita solo nel terrore di soprusi, maltrattamenti immotivati, se non addirittura completamente isolati, perché nascosti in cantine, soffitte, ecc., pur di sfuggire alle retate dei nazisti.
“La casa senza rimproveri” era a Lingfield una porzione di villa, che sir Benjamin Drage (ebreo anch’egli) aveva concesso ad Anna Freud per accogliere qualcuno di questi poveri sfortunati. Infatti, i piccoli ospiti provenivano, nella maggior parte dei casi, dal lager di Terezìn e da quello spaventoso di Auschwitz.
L’età variava dai 4 ai 15 anni. Ogni bambino era portatore di una terribile propria storia personale.
Grazie a questa grandiosa iniziativa, alla determinazione e al grande cuore di tutta l’equipe di Alice Goldberger, ogni bambino sarà rieducato a una vita “normale” affinché gli sia restituita quell’infanzia, che ha solo parzialmente vissuto e goduto, se non addirittura per niente! Conosceremo, infatti, casi come quello di Gadi, che, per difesa, nasconde il cibo tra i vestiti, nonostante a disposizione, a Lingfield, ce ne sia in abbondanza; le sorelle Shana ed Esther Traube, Mirjam e Judith Stern; Julius, che si rifugia su un albero appena si sente minacciato; i fratelli Hedi e Fritz e la loro giovanissima zia Magda; e perfino le nostrane – e già note- Tatiana e Andra Bucci, che avranno la fortuna di ritrovare i genitori, dopo Auschwitz, a differenza del loro cuginetto Sergio.
Ognuno di essi ha un modo di reagire ai traumi, diverso dall’altro: isolandosi o facendo gruppo. In ogni caso è sempre uno strazio apprendere le sevizie subite e i traumi procurati da queste esperienze infernali.
In oltre 10 anni, Alice Goldberger e il suo staff psico-pedagogico è riuscito, bene o male, a reintrodurre nella società i piccoli ospiti, grazie a un paziente lavoro di analisi e di totale dedizione, che ha dato buoni risultati, seppur, in qualche caso, con delle ricadute.
Titti Marrone ha svolto un minuzioso lavoro di ricerca negli archivi, per giungere a documenti, diari, lettere e foto e assemblarli in un unico e sensibile romanzo sulla coraggiosa esperienza di Lingfield, che è valsa veramente la pena acquistare e leggere.
CONSIDERAZIONI PERSONALI
Seguire lo sviluppo delle vicende di SE SOLO IL MIO CUORE FOSSE PIETRA è stato per me un crescendo di emozioni, che sono passate dallo sgomento all’orrore; dalla rabbia alla rassegnazione, senza trascurare la gioia per i progressi avvenuti, ma anche e soprattutto, la speranza che quelle coraggiose analiste, negli anni dal 1945 ad oltre un decennio, non persero mai, anche di fronte alle frequenti regressioni e ai casi più disperati.
Prima di concludere, volevo far presente il caso già noto delle sorelle di Fiume (allora città italiana), Tatiana e Andra Bucci, le quali, da adulte, non hanno taciuto il loro dolore, i loro traumi, poiché hanno raccontato al mondo la traumatica esperienza vissuta ad Auschwitz, dopo la separazione dai genitori e dal cuginetto Sergio, mai più rivisto. Esiste, infatti, anche un libro da loro scritto, corredato da foto e da informazioni shockanti, che vale la pena procurarsi e leggere per approfondire un tema non molto conosciuto, com’è appunto quello del recupero dei bambini provenienti dai campi di sterminio, su cui c’è una certa quantità di letteratura da leggere per non dimenticare uno dei più orrendi crimini all’umanità, commesso quando si era giunti già ad un elevato grado di civiltà, perché sia di monito e, si spera, non si ripeta mai più.
Recensione di Lena Merlina
SE SOLO IL MIO CUORE FOSSE PIETRA Titti Marrone
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