Premio Boccaccio 2021, Alessandra Sardoni: “Diffido dal giornalismo che vuole farsi arte”

Alessandra Sardoni

 

 

Premio Boccaccio 2021, Alessandra Sardoni: “Diffido dal giornalismo che vuole farsi arte. Con pochissime, isolate eccezioni, è meglio tenersi lontani dalla letteratura”

Alessandra Sardoni

Alessandra Sardoni, la giornalista di La7, storica spalla di Enrico Mentana nelle lunghissime maratone omonime, sarà a Certaldo domani, sabato 11 settembre, per ritirare il Premio Boccaccio 2021 per la sua intensa attività giornalistica, iniziata nella redazione di Napoli del quotidiano “Repubblica”. Nel biennio 2013-2014 è diventata la prima donna a ricoprire il ruolo di presidente dell’Associazione stampa parlamentare. Nel giugno 2015 le è stato assegnato il Premiolino, il più antico e prestigioso premio giornalistico italiano.

Premio letterario Giovanni Boccaccio

Per la parità di genere nelle redazioni la strada  sembra essere ancora in salita. Che cosa prevalgono di più? Discriminazioni, pari opportunità o vantaggi?

Vedo tutti e tre i fenomeni contemporaneamente. Discriminazioni sempre meno, ma ancora presenti sul piano delle retribuzioni e dei ruoli apicali anche se la nomina di Alessandra Galloni alla guida dell’agenzia Reuters, e non per ragioni di quote, è un messaggio benaugurante, per tutte e tutti. Significa che le pari opportunità vanno estendendosi, per rispondere riguardo al secondo fenomeno. Ma poi c’è anche il terzo, i vantaggi. Che secondo me rischiano di trasformarsi in boomerang: mi riferisco al meccanismo delle quote rosa, pericoloso quando prescinde dal merito e diventa uno sterile tributo allo pseudo politicamente corretto.

Ogni percorso professionale matura ricordi più incisivi di altri. Quali sono quelli che hanno messo radici profonde nella sua memoria?

Seguo principalmente la politica da molti anni e intensamente e, dunque, ho ricordi di eventi tragici italiani come le stragi di Capaci e via D’Amelio nei loro rimbalzi romani o internazionali come l’11 settembre visto da qui, dal punto di vista delle conseguenze politiche… Ma anche di tanti momenti cruciali della politica nostrana: la discesa in campo e la caduta di Berlusconi, la crisi finanziaria del 2011, le lacrime di Elsa Fornero, il bis di Napolitano – oggi sembra possibile parlare di un bis per il capo dello Stato – dopo i famosi 101, l’ascesa dei populismi… la nascita, l’ascesa e la crisi del 2019 con lo stesso presidente del Consiglio… Tante cose seguite in prima linea con le dirette e le maratone Mentana.

I cambiamenti della politica degli ultimi anni hanno condizionato anche il giornalismo politico? Quali sono gli strumenti/anticorpi per garantire un giornalismo di qualità?

Sì, certo i cambiamenti della politica hanno condizionato moltissimo il giornalismo politico. Basti pensare all’impatto del berlusconismo… A proposito di ricordi non posso dimenticare il primo karaoke nel ’94. Non fu solo una questione di comunicazione. Il berlusconismo invase tutto, colore, costume oltre alla politica e alla cronaca giudiziaria. Esempio insieme di personalizzazione e populismo. Sul fronte del giornalismo, noi abbiamo subito resistito o ceduto alla tentazione di una grande semplificazione, o pro o contro. Non si sono viste o sono state sottovalutate le zone grigie. Con i 5 Stelle e la Lega salviniana l’impatto dei social è ulteriormente cambiato e ci ha messo di fronte a una nuova faziosità e al potere della disintermediazione. Gli anticorpi? Pensare che il mestiere malgrado tutto debba essere sempre lo stesso: raccontare fatti, verificarli. Cercarli anche, ovviamente. E selezionare le fonti così come gli ospiti dei talk: anche loro sono fonti.

Raccontare la propria epoca, ieri e oggi. Cosa pensa di avere in comune con Boccaccio?

Credo che non possano esserci analogie, paragoni pericolosi e anche che non debbano esserci: lo dico non solo perché il confronto suona blasfemo vista la grandezza del personaggio, ma anche perché diffido dal giornalismo che vuole farsi arte. Con pochissime, isolate eccezioni, è meglio tenersi lontani dalla letteratura. O per lo meno tenere separati i generi.

Quali progetti ci sono nel suo futuro?

Non si sa mai se sono progetti o sogni o semplici idee: un libro (rigorosamente da cronista per le ragioni che ho appena espresso), qualcosa di filmato prima o poi… Ma intanto c’è un anno con tanta politica. E tante cose da capire e approfondire.

Segreteria Premio Letterario “G.Boccaccio”

Comunicato Stampa – Associazione letteraria Giovanni Boccaccio

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