
NULLA SI DISTRUGGE, di Marco Vichi (Guanda – giugno 2023)
Il nostro commissario Bordelli (o ex-commissario in pensione) è tornato per un’atra avventura.
Facciamo subito una premessa: questo non è un poliziesco tradizionale con il solito omicidio, le solite indagini ecc. ecc.
E’ un romanzo a puntate sulla vita di Franco Bordelli commissario a Firenze dal primo dopoguerra ai primi anni ’70 e poi commissario in pensione. Un romanzo a puntate visto che siamo ormai ad una quindicina di romanzi strettamente collegati l’uno all’altro.
E la cosa più bella è che questi romanzi non cambiano mai ma sono assolutamente uno uguale all’altro. Anche quest’ultimo lavoro di Vichi ci ripropone le stesse atmosfere, un po’ vintage, della Firenze anni ‘/0, che ben mi ricordo, gli stessi personaggi che ruotano attorno a Bordelli, la sua fidanzata Eleonora, la sua amica Rosa, il suo amico Ennio, i colleghi-amici della questura con cui mantiene strettissimi rapporti, gli amici delle cene nella grande casa sulle colline di Firenze.
Insomma un piccolo universo che ogni volta si arricchisce e si perfeziona. A questo giro Bordelli aiuta il suo amico ed ex collaboratore Piras a risolvere un nuovo caso e continua la sua indagine personale per risolvere l’unico caso di omicidio che, molti anni prima, proprio all’inizio della sua carriera, era rimasto insoluto.
La nuova indagine lo porta a Parigi dove addirittura conosce di persona la sua scrittrice preferita Alba de Cespedes.
Numerosi sono gli inserimenti di racconti e raccontini svincolati dalla storia principale sia grazie alla solita cena a casa del nostro Bordelli dove ogni partecipante deve raccontare una storia sia, questa volta, grazie ad un inserto molto più lungo, la storia di Zeno, articolata e complessa, un vero racconto nel racconto.
Insomma un piatto ricco, piacevole, leggibilissimo, perfetto per una lettura leggera e rilassata.
Come dico sempre i romanzi di Bordelli sono strettamente legati l’uno all’altro ed è preferibile leggerli in sequenza.
Recensione di Stefano Benucci
Franco Bordelli, ormai in pensione, può dedicarsi all’unico caso irrisolto nella sua carriera, anche se sono passati diversi anni e la vittima non era esattamente uno stinco di santo. Ma in mezzo alle sue ricerche si intrecceranno altri eventi: il ritrovamento occasionale di uno scheletro, probabile vittima di un omicidio e il ritorno di una persona amica scomparsa da tempo e creduta morta. Nel mezzo non mancano le solite piccole grandi vicende personali del protagonista (alcuni davvero azzeccati, con il siparietto vintage con Rosa, poesia e cinema in poche pagine), la celebre cena decameronesca (con racconti inevitabilmente più brevi per il numero dei commensali) e i dialoghi onirici con lo spirito della madre, per citarne alcune.
Marco Vichi ci presenta un nuovo lavoro dall’ampio respiro narrativo, ricco di storie, rievocazioni e divagazioni dalla linea narrativa principale, cosa questa tipica delle ultime opere con protagonista Bordelli, ben distanti dalla dimensione del giallo canonico dove si segue un unico filone con rivelazione sensazionionalistica nelle ultime pagine. L’elemento che accomuna tutti questi racconti tra loro distanti è il titolo stesso dell’opera, “Nulla si distrugge”: ci troviamo di fronte, infatti, a storie che tornano, portando con sé dolore, morte, sofferenza così come bisogno di amore e di espiazione; è un grande romanzo sul passato che ritorna, quel passato che viene spesso rievocato nei racconti della “cena bordelliana” ma che qui diventa protagonista e parte attiva della vicenda.
Confesso di essere partito un po’ prevenuto perché l’inizio mi ricordava troppo “Le Ossa Parlano” di Manzini, e invece il prosieguo della lettura, con tanto di citazioni letterarie sempre più che gradite, si è rivelato estremamente piacevole e avvincente, per quanto trovi certi dialoghi un po’ troppo retorici (ma qui si va sui gusti personali), un ritrovo narrativo con i soliti vecchi amici della cui compagnia non mi stanco mai (proprio in relazione a quest’ultimo elemento segnalo un’altra interessate ospitata di Bruno Arcieri) e che romanzo dopo romanzo acquistano sempre più spessore. E se l’elemento giallo è sempre meno presente l’opera non arretra di un passo sul piano della qualità e del coinvolgimento, regalando ore di piacevole intrattenimento, l’ideale per una lettura estiva.
Recensione di Enrico Spinelli
La letteratura gialla vista dalla parte di chi indaga – il commissario Bordelli
La letteratura gialla vista dalla parte di chi indaga – il commissario Bordelli
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