
NON È UN PAESE PER VECCHI, di Cormac McCarthy
Moss è un saldatore. Un giorno, a caccia di antilopi, si ritrova davanti un macabro scenario: alcuni narcotrafficanti si sono uccisi l’un con l’altro lasciando sul suo cammino una valigia piena di soldi. Moss la prende sperando di migliorare la sua vita e quella della sua signora, ma non sa che così facendo invece si porterà a casa un sacco di guai.

Sulle sue tracce Chigurh, un serial killer armato di un’inquietante pistola ad aria compressa e di una calma e freddezza disarmante.
Alla ricerca di entrambi, nella speranza di trovare Moss per primo, c’è lo sceriffo Tom Bell, personaggio molto umano e dal grande senso di giustizia che sente perdersi inesorabilmente nel suo paese. A intervallare la narrazione ci sono interessanti riflessioni dello sceriffo riguardanti la vita e un’america alla deriva.
Stile duro e asciutto quello di McCarthy, non usa punteggiatura per i dialoghi, ma una volta abituati non si può che apprezzarli per quanto sono vividi e realistici.
Tutto molto bello, ma, colpo di scena: questa lettura non mi ha presa particolarmente e mi ha affaticata un po’… stile troppo secco? Fatto sta che a ogni capitolo facevo fatica ad entrare nella storia e a volte anche a capire di quale personaggio si stava parlando. Seppur riconoscendo che oggettivamente è un bellissimo libro e sicura di volerci riprovare con McCarthy con “La strada”, per me stavolta sono solo 3 stelline.
Recensione di Monica De Giudici
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