NEL NERO DEGLI ABISSI François Morlupi

NEL NERO DEGLI ABISSI, di François Morlupi (Salani – marzo 2022)

 

Recensione 1
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E così con questo Nel nero degli abissi concludo la lettura dei gialli sinora pubblicati, che vedono protagonisti i cinque di Monte Verde: il commissario Biagio Maria Ansaldi, l’uomo più ipocondriaco e pieno di ansia del mondo, che con i suoi oltre cento chili, lo zuccotto e le scarpe gialle, è alla guida della squadra; il vice ispettore Eugénie Loy, con la coda di cavallo, gli occhi di ghiaccio e la sua dolorosa storia che la rende la diffidenza fatta persona; i Ringo Boys, Di Chiara e Leoncini, una strana coppia di colleghi ed amici nonostante quanto siano diversi tra di loro; e poi la bella e determinata Alerami, l’ultima arrivata dopo la morte, nel primo romanzo della serie, di un collega avvenuta durante un’indagine, che con la sua ansia di primeggiare viene vista con sospetto dagli altri anche perché ha comportamenti che rischiano di mettere in pericolo le indagini e l’equilibrio del gruppo.

E così ritroviamo Biagio alle prese con le sue paure che lo avevano accompagnato sin da bambino: “Era stato in quel lontano giorno, mentre sfogliava un libro d’arte regalatogli dalla madre, che il bambino Ansaldi aveva avuto un’illuminazione. Sapeva di essere diverso dagli altri e ne soffriva. Passava il tempo a tentare di emulare i compagni, a essere formattato come la scuola esigeva, con scarsi risultati.” Ma la visione di un quadro di Soutine, il Portrait de Madeline Castaing “ fu uno choc positivo e inaspettato. Una donna ritratta in maniera così strana, senza rispettare le proporzioni imposte dai rigorosi maestri dell’arte……… L’arte ed i suoi discepoli avevano fatto breccia nel cuore di Ansaldi……, il bambino aveva capito che poteva essere diverso dagli altri e non vergognarsene. Aveva compreso che ognuno percepiva il mondo con la propria sensibilità”.

Ed è proprio la sua diversità, che agli occhi degli altri può sembrare goffaggine, a renderlo un uomo sensibile ed un ottimo investigatore, per certi versi anche carismatico, amato e rispettato dalle persone che lo conoscono bene, non solo la sua squadra ma anche il questore Loprieno ed il medico legale Righi.

La trama vede una serie di omicidi sconvolgere il commissariato di Monteverde a ridosso di un importante di un evento politico che porrà Roma al centro dell’attenzione del mondo, omicidi che sembrano slegati tra di loro anche se alcuni elementi dell’indagine li indicano invece correlati; è proprio la nostra squadra che, nonostante tutto, riuscirà a venire a capo della situazione.

Scritto in maniera scorrevole e briosa, con il tipico umorismo di Morlupi, il giallo si legge con il solito piacere, il che ci porta a sperare che l’autore ci offra al più presto altri episodi che vedano coinvolti i nostri cinque.

Recensione di Ale Fortebraccio
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Recensione 2
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“Non scrutate troppo a lungo l’abisso o anche lui scruterà dentro di voi”

Me l’hai fatta anche stavolta!

Eh sì Francois, ormai mi rivolgo a te direttamente, che sei indubbiamente il mio scrittore di gialli preferito!

Ho iniziato la lettura di questa nuova opera con sempre grandi aspettative ma anche con la gioia di rincontrare vecchi amici, i Cinque di Monteverde!

E tu anche stavolta non solo le hai soddisfatte ma le hai superate.

 

 

Non è per niente facile scrivere un personale riscontro su un giallo, senza scrivere del giallo stesso, senza rischiare di rivelare nulla, lasciando anche agli altri tuoi milioni di fans il piacere della lettura.

E allora non mi addentro nella vicenda, ma come sempre mi lascio trasportare dalle emozioni che i tuoi libri mi suscitano.

Anche in questa indagine, non c’è solo una trama efficace, perfettamente studiata, che non lascia capire nulla fino al colpo di scena finale, e devo dire che mai come in questo libro è più che mai un colpo di scena spiazzante!

Quello che è sempre più palpabile è l’anima dello scrittore, che viene fuori in modo potente.

Sì, Francois, in questo tuo libro io ho colto tutto il tuo essere creativo, amante dell’arte, romano innamorato della sua città; del tuo essere buongustaio, della tua passione per il cinema, la letteratura, la pittura, ma soprattutto la scrittura!

 

 

Hai dato vita con “solo” tre omicidi apparentemente scollegati, compiuti in pieno vertice politico europeo, un giallo d’effetto senza dover ricorrere ad azioni rocambolesche alla Mission Impossible!

“Rimanere umani rappresentava la miglior vittoria possibile nei confronti del Male”

Hai lasciato che facessero tutto i Cinque di Monteverde, come al solito sgangherati, molto poco supereroi, ma tanto tanto umani, intuitivi, affiatati e guidati da un Commissario sempre meno dipendente dal Lorazepam e sempre più desideroso di amare ed essere amato.

Sono cresciuti, tutti…e hanno svelato un po’ di più i loro abissi, anche la mia preferita, la cyborg con la coda, Eugenie.

E’ cresciuta molto anche la tua scrittura, che conserva però tutta la sua ironia e la sua innata comicità…non è facile far fare della sane risate ad un lettore di gialli. Beh, io me ne sono fatta più di una.

E questi spiragli di luce hanno alleggerito, ma mai banalizzato, l’atmosfera di tensione dell’indagine, hanno rischiarato il nero degli abissi della crudeltà umana che tanto sapientemente hai descritto.

 

 

“Nessuno poteva toccare il Male senza esserne contagiato. Quell’ironia tagliente rappresentava un’àncora di salvezza, gli impediva di condannare l’intero genere umano e gli permetteva di tornare a casa, la sera, e guardare i propri figli e fare finta che il mondo fosse ancora un bel posto.”

E poi non posso fare a meno di citare Roma…si sa, lei è la sesta protagonista indiscussa delle tue storie.

Solo una persona che ama la sua città sa descriverla con oggettività e amore come fai tu: elogiando i suoi punti di forza e ironizzando sui suoi difetti.

Mi hai regalato degli scorci della Città Eterna come neanche Piero e Alberto Angela!

“Ansaldi, sporgendosi da ponte Umberto I, rimase estasiato dalla vista della città semi-addormentata. Una città bella e dannata, capace di farlo passare dall’inferno al paradiso in un istante. Come l’Amore, riflettè.”

 

 

Sarà dura aspettare il prossimo libro…dovrò consolarmi con chili di pizza cicoria e salsiccia e tanto ma tanto cinema coreano!

“L’umanità aveva fallito nel progetto di creare un mondo giusto e pacifico, e questo fallimento sembrava non importare a nessuno, tutti andavano avanti, spietati e indifferenti. Era questa, secondo lui, la cosa più grave. Eppure i ciliegi, ogni anno, tornavano a fiorire.”

Grazie per questa lettura!

 

Recensione di Cristina Costa

NEL NERO DEGLI ABISSI François Morlupi

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