
NEL NERO DEGLI ABISSI, di François Morlupi (Salani – marzo 2022)
“Non scrutate troppo a lungo l’abisso o anche lui scruterà dentro di voi”
Me l’hai fatta anche stavolta!
Eh sì Francois, ormai mi rivolgo a te direttamente, che sei indubbiamente il mio scrittore di gialli preferito!
Ho iniziato la lettura di questa nuova opera con sempre grandi aspettative ma anche con la gioia di rincontrare vecchi amici, i Cinque di Monteverde!
E tu anche stavolta non solo le hai soddisfatte ma le hai superate.
Non è per niente facile scrivere un personale riscontro su un giallo, senza scrivere del giallo stesso, senza rischiare di rivelare nulla, lasciando anche agli altri tuoi milioni di fans il piacere della lettura.
E allora non mi addentro nella vicenda, ma come sempre mi lascio trasportare dalle emozioni che i tuoi libri mi suscitano.
Anche in questa indagine, non c’è solo una trama efficace, perfettamente studiata, che non lascia capire nulla fino al colpo di scena finale, e devo dire che mai come in questo libro è più che mai un colpo di scena spiazzante!
Quello che è sempre più palpabile è l’anima dello scrittore, che viene fuori in modo potente.
Sì, Francois, in questo tuo libro io ho colto tutto il tuo essere creativo, amante dell’arte, romano innamorato della sua città; del tuo essere buongustaio, della tua passione per il cinema, la letteratura, la pittura, ma soprattutto la scrittura!
Hai dato vita con “solo” tre omicidi apparentemente scollegati, compiuti in pieno vertice politico europeo, un giallo d’effetto senza dover ricorrere ad azioni rocambolesche alla Mission Impossible!
“Rimanere umani rappresentava la miglior vittoria possibile nei confronti del Male”
Hai lasciato che facessero tutto i Cinque di Monteverde, come al solito sgangherati, molto poco supereroi, ma tanto tanto umani, intuitivi, affiatati e guidati da un Commissario sempre meno dipendente dal Lorazepam e sempre più desideroso di amare ed essere amato.
Sono cresciuti, tutti…e hanno svelato un po’ di più i loro abissi, anche la mia preferita, la cyborg con la coda, Eugenie.
E’ cresciuta molto anche la tua scrittura, che conserva però tutta la sua ironia e la sua innata comicità…non è facile far fare della sane risate ad un lettore di gialli. Beh, io me ne sono fatta più di una.
E questi spiragli di luce hanno alleggerito, ma mai banalizzato, l’atmosfera di tensione dell’indagine, hanno rischiarato il nero degli abissi della crudeltà umana che tanto sapientemente hai descritto.
“Nessuno poteva toccare il Male senza esserne contagiato. Quell’ironia tagliente rappresentava un’àncora di salvezza, gli impediva di condannare l’intero genere umano e gli permetteva di tornare a casa, la sera, e guardare i propri figli e fare finta che il mondo fosse ancora un bel posto.”
E poi non posso fare a meno di citare Roma…si sa, lei è la sesta protagonista indiscussa delle tue storie.
Solo una persona che ama la sua città sa descriverla con oggettività e amore come fai tu: elogiando i suoi punti di forza e ironizzando sui suoi difetti.
Mi hai regalato degli scorci della Città Eterna come neanche Piero e Alberto Angela!
“Ansaldi, sporgendosi da ponte Umberto I, rimase estasiato dalla vista della città semi-addormentata. Una città bella e dannata, capace di farlo passare dall’inferno al paradiso in un istante. Come l’Amore, riflettè.”
Sarà dura aspettare il prossimo libro…dovrò consolarmi con chili di pizza cicoria e salsiccia e tanto ma tanto cinema coreano!
“L’umanità aveva fallito nel progetto di creare un mondo giusto e pacifico, e questo fallimento sembrava non importare a nessuno, tutti andavano avanti, spietati e indifferenti. Era questa, secondo lui, la cosa più grave. Eppure i ciliegi, ogni anno, tornavano a fiorire.”
Grazie per questa lettura!
Recensione di Cristina Costa
NEL NERO DEGLI ABISSI François Morlupi
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