NEL LEGNO E NELLA PIETRA Mauro Corona (Mondadori)
Tempo addietro lessi “Nel Muro” di Mauro Corona.
Non ricordo come capitò fra le mie mani, di certo non lo comprai.
Incuriosita dalla risonanza pubblicitaria dei suoi libri, delle sue sculture lignee e dal suo aspetto selvaggio intrapresi la lettura.
Trovai “Il muro” un romanzo terribilmente brutto sia per la trama che nello stile narrativo tanto da promettere a me stessa di avere chiuso con lo pseudo scrittore Mauro Corona ritenendolo il bluff del momento.
A distanza di qualche anno nella libreria condominiale (book crossing) si è ripresentato Mauro Corona con il libro che mi accingo a recensire: un romanzo antecedente a “Il Muro”.
Nuovamente incuriosita e incoraggiata dal fatto che “Nel legno e nella pietra” trattasi di storie svincolare da una trama, ho pensato di dare un’altra chance all’autore e, grazie alla frammentazione, di poterlo troncare subito senza rimorsi.
“Nel legno e nella pietra” ho trovato un Corona diverso, più spontaneo, naturale e poetico.
Le novantatré storie hanno come protagonista un uomo che ha vissuto nella montagna e con essa ha stabilito un rapporto di pacifica convivenza. Ha imparato a conoscerla e conoscere se stesso.
Ad affogare i dolori nella neve, accettare le sconfitte e i fallimenti arrampicandosi nelle rocce, imparare ad assaporare il gelo e respirare la vita sopra le guglie a un passo dal cielo.
Le storie narrate nel libro sono storie sentite perché i personaggi sembrano far parte della pietra e del legno. Anime inquiete che popolano le valli, i burroni, i scabri sentieri del Vajont.
Sono spaccapietre e carbonai, streghe e boscaioli, bracconieri e cacciatori. Sono bevitori impertinenti, selvatici e violenti…
La lettura non risulta impegnativa e può essere presa a piccole dosi grazie alla brevità dei racconti.
Racconti che nella loro spontaneità narrativa introducono ampie e opportune riflessioni sulla vita, l’esistenza e la consequenziale dipartita.
Lo consiglio a chi ama la Natura e una poesia montanara.
Per chi vuole conoscere meglio l’autore e per chi vuole riflettere sul senso della vita da una prospettiva diversa chiamiamola meno borghese.
Per quanto mi riguarda ho rivalutato Mauro Corona sebbene, paradossalmente, non leggerò altro.
Le ripetizioni mi annoiano.
Recensione di Patrizia Zara
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