NE LEGGIAMO DI TUTTI I COLORI: Il Vangelo secondo Gesù Cristo, colore Blu Oltremare

NE LEGGIAMO DI TUTTI I COLORI: Il Vangelo secondo Gesù Cristo, colore Blu Oltremare

 

Il Vangelo secondo Gesù Cristo

José Saramago

 Il Blu Oltremare del Gesù di Saramago

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Il blu oltremare è il blu per eccellenza perché è il blu più puro.

Il blu oltremare è la sfumatura del divino, del mistero…delle vesti di Maria.

Per Jean Mirò è il colore dei sogni, in questo libro i sogni sono spesso incubi…ricorrenti.

Il blu è l’unico colore che i non vedenti percepiscono grazie ad un particolare recettore.

E quindi il blu è il colore per i vedenti e per i non vedenti; è il colore per chi crede e per chi non crede.

 

“Gesù è l’eroe di questo vangelo, che non ha mai avuto il proposito di contrastare quello che hanno scritto altri e che pertanto, non oserà certo sostenere che non è accaduto ciò che si è compiuto, mettendo al posto di un sì un no.”

 

Saramago pesca a piene mani dai vangeli apocrifi, secondo lui i più attendibili, e riscrive la vita di questo grande uomo, con una scrittura potentissima che si appropria dell’oralità trascurando la punteggiatura;

creando un effetto quasi magico, ipnotico, Saramago ci racconta la più antica delle storie da un punto di vista d’eccezione: quello di Gesù di Nazareth.

 

E attraverso Gesù, José osa dire…

 

…che ogni vita che nasce è frutto dell’amore e della passione tra due persone, che il semplice cercarsi, amarsi, viversi è già di per sé divino. Nel concepimento di Gesù l’intervento di Dio è quasi una casualità.

 

 

 

“Dio, che è dappertutto, era anche lì, ma essendo ciò che è, puro spirito, non poteva accorgersi come la pelle dell’uno sfiorasse quella dell’altro, come la carne di lui penetrasse quella di lei, entrambe create apposta, e forse ormai non era più lì quando il seme sacro di Giuseppe si riversò nel sacro interno di Maria, entrambi sacri perché fonte e coppa della vita, in realtà vi sono cose che neppure Dio capisce, anche se le ha create”

 

…che un padre è disposto a tutto pur di proteggere e salvare il suo unico e primo figlio. E’ disposto a permettere che degli altri innocenti muoiano per mano di un re crudele, pur di mettere al sicuro il suo primogenito. Per poi sopportare anni e anni di vergogna e sensi di colpa, che non lo fanno dormire di notte e che lo costringono a portare una croce fino alla fine dei suoi giorni.

 

“Dio non perdona i peccati che ordina di commettere”

 

…che una madre rimasta vedova, costretta a crescere da sola i suoi numerosi figli, sempre in affanno, con l’incertezza del domani, con difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena, può anche dubitare del figlio maggiore che tornando a casa dopo anni, le dice “Ho visto Dio”. Proprio lei che Dio lo prega tutti i giorni dalla morte ingiusta del marito e che sembra quasi che Dio non la ascolti per niente

 

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…che una donna, in là con gli anni, ripudiata dalla famiglia, costretta a fare il mestiere più antico del mondo, ha tutti i diritti di innamorarsi, di redimersi, di rinascere, di sentirsi al centro del mondo dell’uomo che ama, e lo ama così tanto da restare al suo fianco fino all’ora ultima, prendendo il posto anche di quella madre assente, che in lui non ha creduto abbastanza

 

“Benedetto sia chi ti ha messo su questo mondo mentre c’ero ancora io”

…che gli amici non devono per forza seguirci come pecoroni, senza chiedere nulla, che è giusto che facciano domande, che abbiamo dubbi ma che poi ci siano nel momento del bisogno.

 

 

 

Ecco la forza e la potenza di questo vangelo: Saramago ha reso tutti più vicino a noi, li ha spogliati di quella “divinità” che ce li fa vedere da lontano, che ce li fa adorare, pregare sì, ma forse non capire fino in fondo.

 

E poi ci propone in una stranissima e in parte quasi blasfema trinità, Dio, Gesù e Pastore ovvero il Diavolo.

 

E con loro compie il suo personale “miracolo”, stravolgendo tutto.

 

…Pastore è l’angelo dell’annunciazione, è colui che cresce Gesù per quattro anni, insegnandogli ad avere rispetto e amore per le creature viventi.

E’ colui che chiede perdono a Dio per avergli disobbedito, è colui che tenta di fermare stragi e abomini inenarrabili semplicemente facendo un passo indietro.

 

“la mia proposta è questa, accoglimi di nuovo nel tuo cielo, perdonandomi i mali passati per quelli che in futuro non dovrò commettere, accetta e serba la mia obbedienza, come nei tempi felici in cui ero uno dei tuoi angeli prediletti, Lucifero mi chiamavi, colui che porta la luce, prima che l’ambizione di essere uguale a te mi divorasse l’anima e mi facesse ribellare alla tua autorità. E mi vuoi spiegare perché dovrei accoglierti e perdonarti, Perché se lo farai, se mi concederai adesso quel perdono che in futuro prometterai tanto facilmente a destra e a manca, allora il male finirà qui, oggi, non ci sarà bisogno che tuo figlio muoia”

 

…il Dio di Saramago invece è vendicativo, rancoroso, annoiato, stufo di essere sempre e solo il Dio di quattro anime, ha manie di espansione, sogni di gloria e sete di potere. E’ un abile stratega, è un affabulatore carismatico e seducente. E’ il vincitore indiscusso di una partita a scacchi con Gesù, a cui rifila uno scacco matto da manuale.

 

 

 

“E tutto avverrà per colpa mia, Non per colpa, ma per causa tua, Padre, allontana da me questo calice, Che tu lo beva è la condizione per il mio potere e la tua gloria, Non desidero questa gloria, Ma io voglio questo potere”

 

…e poi c’è Gesù, tanto, troppo uomo e poco divino. Il Gesù di Saramago è l’emblema dell’umanità tutta, pieno di dubbi, paure, incertezze, passioni travolgenti, pulsioni, generosità, voglia di aiutare il prossimo, desiderio di accontentare gli altri, senso di responsabilità nel portare avanti il compito che Dio gli ha affidato.

Il Gesù di Saramago ha bisogno di credere di poter scegliere ciò che è meglio per lui e gli altri anche se ha una fede profonda nel Dio dei suoi padri.

Ma viene sopraffatto da un Dio che lo ha reso un Gesù suo malgrado.

 

La grandezza del Gesù di Saramago sta proprio nella sua più profonda umanità. Rendendolo piccolo, Saramago lo eleva.

 

Non ci sono né vinti né vincitori in questo Vangelo che resta cupo senza spiragli di luce e di salvezza, fino alla fine, sottolineando ancora una volta quanto la vita stessa sia fuori dal controllo di chi la vive!

 

“L’uomo è un pezzo di legno buono per ogni cucchiaio, da quando nasce fino al momento in cui muore è sempre pronto a obbedire, lo mandano lì e lui ci va, gli dicono di fermarsi e lui si ferma, gli ordinano di tornare indietro e lui indietreggia, l’uomo sia in pace che in guerra, per dirla con termini generici, è la miglior cosa che potesse capitare agli dei.”

Buona lettura!

Di Cristina Costa

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