Miss Margareth Ridpath e lo smantellamento dell’universo, di Don Robertson (Nutrimenti – settembre 2023)
È lo scrittore preferito di Stephen King.
Uno dei più grandi scrittori meno conosciuti degli Stati Uniti.
Perché il suo lavoro non cadesse nel dimenticatoio, proprio King negli anni ’80 ha fondato una casa editrice e ha pubblicato un suo romanzo, “L’uomo autentico”.
Scrittore magnifico, gigantesco, torrenziale. Autore di diciotto libri (in Italia, pochi giorni fa, è uscito il nono titolo, sempre per Nutrimenti e grazie al solito prezioso lavoro di Nicola Manuppelli).
Don Robertson ha creato un mondo. Un mondo, per dirla con lo stesso King, abitato da gente ordinaria a cui accadono cose ordinarie.
“Miss Margareth Ridpath e lo smantellamento dell’universo”, questo il titolo del libro appena pubblicato, è un libro straordinario.
Straordinario è il personaggio protagonista, una donna di carta stagnola in un mondo fatto di ferro. Una donna che trova conforto nella logica e nel calcolo, per cercare di dare forma al mondo in cui vive, per dargli una ‘struttura’. Quindi il bridge, gioco in cui eccelle e che le regala fama nazionale, diventa per lei una ragione di vita, un modo di guardare la realtà, inquadrarla, incasellarla.
Straordinari sono i personaggi secondari – le sorelle di Margareth, sua madre Inez (sarà poi davvero pazza la vecchia Inez Ridpath?), le due governanti che si avvicendano in casa Ridpath, nella contea di Paradise Falls, Ohio.
Già, proprio quella Paradise Falls…
Sullo sfondo, la Storia recente che passa, le due guerre, gli anni Trenta, gli hippie e la setta Manson, lo scandalo Watergate e le dimissioni di Nixon.
Fino all’incredibile finale, quando tutti i pezzi vanno al loro posto e lo smantellamento dell’Universo sembra inevitabile. Allora forse Margareth avrà l’occasione di mostrare quel coraggio che lei stessa, per una vita intera, ha sostenuto di non avere.
Come spesso accade nei romanzi di Robertson, personaggi e situazioni ricorrono, come cerchi concentrici che si allargano e si toccano. Accade quindi di ritrovare un nome, una data, un luogo (Paradise Falls e la sua storia), un episodio di un libro letto in precedenza.
Personaggi protagonisti di suoi precedenti romanzi, fanno capolino fra le pagine di un altro titolo. Come il piccolo Morris, appena nominato un paio di volte in questo romanzo; ma bastano quei due piccoli cenni a far scendere la lacrimuccia al lettore che si è emozionato con la trilogia a lui dedicata (leggete “Il più grande spettacolo del mondo” e spalancate il vostro cuore alla commozione).
Immagino il vecchio Robertson, questo “granitico realista”, seduto alla scrivania, circondato da migliaia di pagine manoscritte. La penna posata sul tavolo. Fra le mani, i bastoncini dello Shangai (il mio si chiamava Mikado). Lo immagino stringere i bastoncini con forza e poi, con un rapido movimento delle mani, lanciarli con decisione sul tavolo.
I personaggi dei suoi libri sono così. Tanti, tantissimi bastoncini sparsi in orizzontale, ciascuno posizionato in modo assolutamente casuale. Eppure, un pezzetto di un bastoncino va a toccare un bastoncino vicino, che a sua volta si è andato a posizionare sotto un altro bastoncino. E così via…
Don Robertson
“Miss Margareth Ridpath e lo smantellamento dell’universo”
Nutrimenti.
Recensione di Valerio Scarcia
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