MEMORIE DAL SOTTOSUOLO Fedor Dostoevskij

Tre donne speciali

MEMORIE DAL SOTTOSUOLO, di Fedor Dostoevskij (Neri Pozza)

Dostoevskij è lo scrittore dell’animo umano…imperfetto, ferito, ribelle, che anela all’armonia, in eterna lotta tra bene e male, che cerca la sua realizzazione completa e lo fa attraverso prove dolorose e angosciose lacerazioni.

Memorie dal sottosuolo è una lunga confessione, quella di “un uomo malato…un uomo cattivo. Un uomo sgradevole.”

Il sottosuolo è la parte buia che ognuno di noi ha dentro e che la magistrale scrittura di Dostoevskij mette nero su bianco.

L’uomo autentico non è l’uomo della superficie, non è l’uomo esteriore, quella è la maschera che indossa per circolare nel mondo.

L’essenza umana, la sua autenticità è solo quella interiore.

Il sottosuolo è in contrasto con le leggi del mondo esterno, dove domina la ragione.

Il sottosuolo è assenza di ogni regola e convenienza imposta.

L’uomo del sottosuolo, forse anche per questo, rifiuta gli altri, li odia quasi, si ribella a loro ma per assurdo non si realizza mai.

Quasi si umilia per il piacere di farlo, sapendo di farlo.

 

 

 

E’ prigioniero delle proprie contraddizioni.

Questa è un’opera fondamentale per capire meglio i protagonisti dei romanzi scritti successivamente.

Ognuno di essi avrà un sottosuolo, lo toccherà e ne risorgerà rigenerato oppure vi affonderà senza speranza, senza risalita.

Certo, il sottosuolo è negazione, è distruzione di tutto ciò che è convenzione, è maledizione della solitudine.

Ma c’è, e non lo si può reprimere o rischia di esplodere e farci implodere.

Bisogna imparare ad ascoltarlo e per non farci sopraffare bisogna ascolta un messaggio superiore, bisogna ascoltare le voci serene e tendere le mani all’altro, come ha fatto Liza che ha capito la condizione di relitto del protagonista e la sua profonda infelicità.

Una donna che con la sua potente sensibilità diventa l’eroina della storia.

Spesso la salvezza dei personaggi di Dostoevskij è tutta nelle mani delle donne illuminate.

Liza mostra che il vero amore non è lotta, odio e sottomissione morale ma amare è resurrezione intesa come rinascita, salvezza e rigenerazione.

L’amore incondizionato, quello che si è capaci di donare e quello che si è capaci di ascoltare e ricevere, ci aiuta a conoscere e convivere con il nostro sottosuolo.

“Liza, offesa e schiacciata da me, aveva capito molto più di quanto immaginassi. Aveva capito, di tutto, ciò che una donna capisce sempre prima di ogni altra cosa, se ama veramente, e cioè che ero infelice.”

Buona lettura!

 

Recensione di Cristina Costa

 

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