L’UOMO DEL PORTO Cristina Cassar Scalia

L’UOMO DEL PORTO, di Cristina Cassar Scalia (Einaudi – maggio 2022)

L’uomo del porto non è una storia recente, è del 2021, ed è il mio quarto libro letto tra quelli che hanno come protagonista Vanina. Le saghe a sfondo poliziesco, lo confesso, mi hanno un pò stancato; si somigliano tutte nelle tipizzazioni dei numerosi personaggi e nella struttura narrativa. Ciononostante accade che leggendo questi libri inevitabilmente mi affeziono ai personaggi fino al punto che essi mi sono familiarmente cari. Vanina, ad esempio, la amo perché è dotata di grande intuizione investigativa e di una naturale capacità di leggere nell’animo della gente; è una donna molto sensibile con una storia complessa alle spalle che la rende molto fragile. Ama mangiare ma non sa cucinare.

È appassionata di cinema soprattutto dei film un po’ retrò. Tra una tavoletta di cioccolata e le sue immancabili Gauloises Vanina risolve sempre i casi che si trova ad affrontare, anche perché è coadiuvata da un’armoniosa squadra a suo fiducioso servizio che spazia anche in contesti non professionali e contempla Bettina, la sua padrona di casa e Biagio Patanè, il commissario in pensione sempre pronto a dare una mano alle indagini. Lo schema narrativo è collaudatissimo e si avvale anche di una importante scenografia, quella della Sicilia orientale e, soprattutto, di Catania con la sua onnipresente Muntagna. I romanzi della Scalia sono piacevoli, molto.

In questo libro Vanina dovrà risolvere il caso di un professore di filosofia trovato morto accoltellato in un pub sorto in una caverna naturale dove scorre un fiume sotterraneo. Il tutto è complicato dal fatto che è sotto scorta per aver ricevuto un’intimidazione mafiosa. È un libro godibile con una scrittura scorrevole e fluida e, appena finito, viene subito voglia di continuare per sapere come si svilupperanno i rapporti importanti della vita della protagonista, dalla storia con Paolo Amalfitano p.m. a Palermo, ai rapporti complessi con la sua famiglia di origine.

Forse è proprio questo il bello dei libri della Scalia, l’evoluzione costante di tutti i personaggi, non solo della protagonista; è come se ad ogni nuovo libro si consolidassero nella loro identità e nelle loro relazioni. Come non appassionarsi?

Recensione di Valeria Maggio

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