LORO Roberto Cotroneo

loro

 Loro, di Roberto Cotroneo (Neri Pozza giugno 2021)

 

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Lo inizi e sei perduto, non puoi più fare a meno di continuare, come se fossi vittima di un incantesimo…

L’atmosfera che si respira fin da subito è ansiogena e perturbante, non accade nulla, ma sai che non dovrai rilassarti neanche per un attimo, avverti una sensazione di tragedia che incombe, di pericolo imminente, che t’inchioda lì.

Tutto è limpido e trasparente (scrittura compresa!), come le pareti di vetro della casa in cui si svolgono i fatti, ma allo stesso tempo è tutto molto sinistro, torbido e oscuro.
Una storia di fantasmi?

Sì, forse… ad un primo sguardo potrebbe sembrarlo.
Ma in realtà è una storia di abissi della mente, quei luoghi inaccessibili dove può accadere di perdersi.
Perché ci sono verità che la mente umana non è in grado di reggere, di sopportare, e allora se ne racconta un’altra, più accettabile.
“Ci sono momenti della vita in cui si cresce e si invecchia in poco tempo. Accade nel dolore, certo, accade anche nello smarrimento, nel fatto che prima il mondo ha la terra e il cielo e poi il mondo ha l’inferno, la terra e il cielo.”
Tutta la narrazione è una sorta di tiro alla fune tra razionalità e soprannaturale.
Fondamentale il tema del doppio.
Di più non si può dire però, se non che, una volta terminato il libro, meriterebbe una seconda lettura alla luce di un finale, a mio parere, perfetto.

Io l’ho trovato davvero bellissimo.
Uno stile lineare, fluido, senza fronzoli, ma non per questo piatto o insapore, tutt’altro.
Pare…dicono…sembrerebbe che… che questo romanzo ricalchi un po’ troppo “Il Giro di vite” di Henry James, e che, ovviamente, nel paragone ne esca sconfitto, ma io “Il Giro di vite” non l’avevo letto, lo sto facendo adesso… e, pur non avendolo terminato, mi sento di dire che questo di Cotroneo è sicuramente un omaggio a James, un po’ come ha fatto Charles Simmons con “Acqua di mare” nei confronti di “Primo amore” di Turgenev.
Io continuo a pensare che sia stata un’ottima lettura.
“Loro”…ma loro, quasi sempre, siamo noi.

Recensione di Antonella Russi

LORO Roberto Cotroneo

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