Nua Edizioni è una casa editrice fondata nel 2019; oggi Nua occupa già un posto di tutto rispetto nel panorama dell’editoria indipendente e può contare sui nomi più interessanti della narrativa contemporanea italiana e straniera, come Paolo La Paglia, Soren Petrek e Laura McHugh. IL PASSAPAROLA DEI LIBRI ha intervistato la fondatrice, Barbara Cinelli, già nota agli amanti dei libri per essere la direttrice di Triskell Edizioni, altra voce interessante dell’editoria indipendente.
Come nasce il progetto Nua Edizioni?
Nua fa il suo debutto ufficiale nel 2019, ma da qualche anno discutevo del progetto con le mie collaboratrici più strette, con le quali già nel 2013 avevo dato vita alla Triskell Edizioni, una casa editrice di romance classico e a tematica Lgbtq+ che per, lomeno agli esordi, puntava esclusivamente al mercato digitale.
La spinta di creare qualcosa di nuovo – da qui il nome Nua – è nata sia dal desiderio di arrivare a un altro tipo di pubblico, approdando finalmente in libreria, che da quello di ampliare i nostri orizzonti editoriali: sono una lettrice onnivora e curiosa, prima che un’editrice, e Nua riflette questa curiosità e questa voglia di esplorare nuovi generi, dal thriller al noir, passando per lo storico e il fantasy fino alla non-fiction.
Il vostro lettore ideale?
Attualmente, Nua punta molto sulla narrativa thriller, noir e true crime, ma il nostro lettore ideale è un lettore per cui il concetto di “genere” letterario ha un’importanza relativa, perché la buona narrativa è destinata a durare nel tempo e trascende le etichette; non che per noi non sia importante avere un’identità editoriale ma quello di identità è un costrutto articolato, mutevole, fluido e noi vogliamo essere libere di esprimerlo al meglio. Puntiamo a un pubblico “avventuroso”, aperto, che si sieda idealmente con noi intorno al fuoco per ascoltare delle storie, correndo anche il rimanerne spiazzato.
Cosa riserva il futuro ai lettori di Nua Edizioni?
Le idee per il futuro sono moltissime e in continua evoluzione: siamo alla costante ricerca di testi e voci nuove, che mettano alla prova noi e i nostri lettori e vogliamo sperimentare anche a livello di immagine, confezionando un prodotto editoriale che sia esteticamente attraente.
Per la nostra ultima uscita, che racchiude due racconti dello scrittore horror Irlandese Kealan Patrick Burke, abbiamo voluto abbandonare la tradizionale brossura a favore di una sontuosa edizione in paperback che riflettesse al meglio l’anima oscura, ossessiva e malinconica di questo autore straordinario e poco conosciuto, vincitore di un Bram Stoker Award.
Qual è il titolo, l’autore oppure il progetto editoriale al quale siete più affezionati e perché?
Mi viene difficile rispondere a questa domanda perché proviamo un sincero affetto per ogni libro che pubblichiamo e cerchiamo di mettere tutto l’impegno possibile in ogni progetto; potrei citare L’ultimo sorriso di Sunder City di Luke Arnold, che è stata la prima acquisizione fatta per Nua, anche se non è stata la prima pubblicazione: Arnold è un autore che conoscevamo grazie alle sue interpretazioni da attore ma lo abbiamo fortemente voluto per averne scoperto il grande talento letterario.
Le statistiche dicono che In Italia si legga poco, almeno rispetto alla media di altri paesi: siete d’accordo?
E’ vero, però c’è anche da dire che stilare queste classifiche non credo sia facile come una volta, visto che lettori e supporti di lettura sono cambiati e si sono diversificati e questo credo che possa influire sui risultati.
Cosa si poterebbe fare per invertire la tendenza?
L’amore per la lettura è qualcosa che ognuno di noi si porta – o non si porta – dentro ed è impossibile stabilire quali elementi contribuiscano a far nascere questo amore, perché nella vita di ognuno entrano in gioco tante variabili che possono, o meno, avvicinare una persona ai libri; forse, soprattutto oggi che abbiamo a disposizione molti nuovi mezzi e canali di comunicazione, bisognerebbe puntare sul rendere i libri fruibili in modi diversi, per arrivare a quanti più lettori possibile.
Questo periodo storico è la dimostrazione di quanto la lettura si sia evoluta in modo dinamico e si possa adattare a esigenze molteplici e diverse: Nua Edizioni, per esempio, ha già ampliato la sua offerta editoriale con audio-libri e contenuti video, raggiungendo un pubblico piuttosto eterogeneo.
Cosa ne pensate delle vendite online che potrebbero soppiantare quelle delle librerie tradizionali?
Le abitudini dei lettori cambiano continuamente e chi opera sul mercato dovrebbe trovare il modo di evolversi di pari passo: se, da un lato, questa evoluzione penalizza la distribuzione tradizionale, da un altro stimola la riflessione sulle strategie per farvi fronte: pensiamo ad esempio alla nascita di Bookdealer, con la sua consegna di libri a domicilio.
Del resto, se si pensa all’anno appena passato e ai periodi di lockdown, la vendita online ha salvato molti editori da difficoltà ancora maggiori, quindi occorre scegliere la strategia commerciale più funzionale per affrontare il futuro: il mercato online, insomma, dovrebbe essere interpretato come un’opportunità e non come un elemento negativo da demonizzare e del resto, molte librerie hanno già attivato il doppio canale di vendita , in negozio e online.
Come valutate l’importanza delle reti sociali e qual è il vostro rapporto nei confronti di questi particolari canali di comunicazioni?
Sicuramente per noi, che siamo nati nel 2013 con una casa editrice che ai tempi era prevalentemente digitale, le reti sociali sono importanti perché ci hanno permesso di arrivare ai lettori e di consolidare il nostro nome e la nostra attività.
Oggi Nua Edizoni è presente e opera quotidianamente su tutte le principali reti sociali: è fondamentale avere un profilo digitale e “social” ma non serve obbligatoriamente essere ovunque, basta scegliere il canale migliore per la propria attività aggiornandolo e monitorandolo con costanza.
redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it
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