
LAURA, di Vera Caspary

Cosa si può leggere di più rilassante, in queste giornate d’estate, di un giallo classico che più classico non si può, magari in una vecchia edizione? Il romanzo fu pubblicato infatti negli Stati Uniti nel 1942, e l’anno dopo anche in Italia, e questa traduzione di cui parlo è del 1991. Un tipico tascabile da bancarella, ma l’opera, che si può trovare anche in un’edizione più moderna, è decisamente appassionante e ben scritta, per cui vale tutte le 10.000 lire (!) che costa. Se poi vi capita di recuperare anche il film tratto da essa, “Vertigine”, di Otto Preminger, del 1944, è il massimo.
Il sottotitolo recita: “Quando l’investigatore, indagando su un caso di omicidio, si innamora della vittima”, ed è tutto un programma poliziesco-sentimentale. Ma il dosaggio dei toni e la costruzione dei personaggi, nonché della storia in sé, compresa l’efficace variazione dell’io narrante, sono perfetti e tutt’altro che banali, a meno che non si sia troppi smaliziati per lasciarsi irretire dal fascino rétro dell’estate newyorkese di inizio 900 in cui si dipana la vicenda che ruota intorno all’omicidio della bella Laura Hunt e ai tormenti dei suoi spasimanti, compreso il poliziotto che sa di lei dopo la sua morte (!). Necrofilia? In effetti se ne parla, ma non come si potrebbe immaginare…
Se poi, come sottofondo, mettete il meraviglioso brano omonimo che David Raksin compose per la colonna sonora del film di Preminger, magari nella versione di Charlie Parker, i brividi potranno addirittura farvi dimenticare per un po’ la calura di questa torrida estate…
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