LA VIOLINISTA DI AUSCHWITZ Ellie Midwood

LA VIOLINISTA DI AUSCHWITZ, di Ellie Midwood (Newton Compton – luglio 2021)

 

Ho iniziato a leggere questo libro un po’ di tempo fa e la lettura è stata intervallata spesso da momenti in cui lo poggiavo sul comodino, bramando il momento in cui lo avrei ripreso.

L’ho quindi assaporato poco alla volta.

Ciononostante, ogni volta che lo tenevo tra le mani e ne leggevo qualche pagina, era come un amico ritrovato.

Lo considero un libro ben scritto sia per la coerenza narrativa, che per il rispetto delle regole grammaticali e lessicali. Il libro è tratto da una storia vera, gli ultimi anni di vita di una violinista viennese non ebrea, che nel 1942 si ritrovò ad Auschwitz, perché ebbe il coraggio di ribellarsi alle leggi razziali, da poco introdotte nel suo paese. Alma Rosé (la protagonista) si salvò dalla “selezione”, grazie alla sua passione per il violino. All’arrivo nel campo, la donna chiese infatti un violino e il suo desiderio fu esaudito nel “Kanada”, il luogo in cui venivano raccolti e smistati tutti gli oggetti dei deportati.

Per un caso fortuito la donna entrò nelle grazie di una Kapo del campo, cui faceva ascoltare la sua musica e questa le propose di creare un’orchestra al campo. Alma era indecisa sul da farsi, perché in nessun modo sarebbe stata il burattino delle SS, ma alla fine accettò perché capì che in questo modo avrebbe potuto salvare le vite di altre giovani donne, nonostante Auschwitz.

Alma fu una donna che non si fece sottomettere né dai nazisti né da altri, riuscì nel suo scopo e fu grazie a lei e al suo amore per la musica se l’orchestra si compose di 40 donne e se esse poterono nutrirsi, vestirsi, riposare e in definitiva vivere.

Alma Rosé mi ha ricordato Schindler, in versione femminile. In un’epoca in cui le donne nemmeno venivano ascoltate, lei rappresentò una vera rivoluzione, una donna che tenne testa a molti personaggi di spicco tra le schiere naziste, quali Mengele, ad esempio.

Alma è stata una vera eroina, senza mantello… né bei vestiti, né belle scarpe, ma dotata di un grande talento e una grande umanità.

Questo libro, molto rispettoso del personaggio, riesce nell’intento di trattare un periodo storico aberrante con tanta delicatezza. Non si riesce a staccarsi dalla lettura e a me ha toccato il cuore.

Recensione di Annamaria Capuozzo

LA VIOLINISTA DI AUSCHWITZ Ellie Midwood

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