
LA TRILOGIA DI BARTIMEUS (L’AMULETO DI SAMARCANDA – L’OCCHIO DEL GOLEM – LA PORTA DI TOLOMEO) di Jonathan Stroud
In un XX secolo alternativo, la magia è una portentosa arma politica che permette alla classe dominante, quella dei maghi, di governare un impero come quello britannico, in cui i comuni, le persone non addestrate, sono relegate ai gradini più bassi della gerarchia sociale.
Nathaniel è un bambino scelto per essere addestrato e affidato alle cure di un mago piuttosto mediocre, che non sembra in grado ne’ di riconoscere e valorizzare il suo talento, ne’ di fornirgli l’affetto e la protezione di cui avrebbe bisogno. Così, dopo aver ricevuto uno sgarbo da un mago adulto, contro cui il suo padrone non ha osato difenderlo, Natahaniel convoca un potente jinn, un demone, perché lo aiuti nella sua infantile vendetta: la situazione però, sfugge presto di mano al giovane mago e al suo nuovo alleato, che si ritrovano coinvolti in un complicato e pericoloso intrigo politico.
Trilogia di romanzi molto interessante, quella di Stroud, in cui la classica tematica della formazione di un giovane mago è trattata alternando toni da spy-story a quelli da romanzo sociale, sfruttando l’idea di un’ambientazione storica alternativa, una trama corposa e ricca di azione nonché di spunti di riflessione e ironici, il tutto raccontato con linguaggio diretto e ricco, caratteristiche non molto comuni in un’opera di narrativa rivolta a un pubblico di giovani lettori dei giorni nostri: il risultato è un’opera tesa, dinamica, che non annoia e anzi coinvolge molto il lettore, nonostante una certa dose di prevedibilità.
I personaggi creati da Stroud non risultano affatto convenzionali, sono ben definiti dal punto di vista psicologico e presentano diverse sfumature che li rendono plausibili e vivi, l’autore riesce a non scadere nel buonismo scontato spesso tipico di un certo fantasy e a regalare un finale di grande effetto.
L’edizione italiana: sicuramente ottima l’idea di riunire i tre romanzi in un unico volume perché l’organicità dell’opera è così rispettata. Non posso dire niente sulla traduzione, non avendo visionato il testo originale, ma l’edizione italiana sale di poco oltre la sufficienza soprattutto a causa della scarsa attenzione con cui è stato rivisto il testo, permettendo così di leggere uno strafalcione del genere “suo padre era un’idiota” . Molti non ci faranno caso ma per me è grave trovarlo in un testo che dovrebbe essere stato rivisto da professionisti competenti.
Se potete passarci sopra, consiglio la lettura soprattutto a chi ha amato Harry Potter: il confronto può risultare interessante.
Recensione di Valentina Leoni
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