LA SAGA DI BLACKWATER Michael McDowell

Nonostante la giornata di sole mi sembra di sentire addosso quell’umidità che si solleva dal terreno dopo una forte pioggia, ho finito oggi la saga di Blackwater, letto i primi cinque volumi in una settimana, il sesto in un’altra settimana, avrei voluto non finisse mai. Ogni volume è un susseguirsi di eventi inaspettati, la scrittura è coinvolgente al punto da lasciare sensazioni vivide addosso, più reali che emotive, ma assolutamente emozionali. Ogni personaggio lascia al lettore qualcosa di sé che va oltre la pura caratterizzazione.

Più si procede, più si comprende che Elinor è una creatura pervasa da un profondo senso di giustizia, le sue gesta possono sembrare incomprensibili ad una prima lettura, ma trovano il loro senso nello svolgersi della narrazione. Ogni suo gesto ha una spinta morale che alla lettura del momento può essere confusa con spietatezza, ma procedendo si capisce che così non è. Tutto si chiarirà alla fine.

Lo scorrere del tempo si percepisce attraverso le nascite e le morti che accompagnano la vita di questa famiglia, la storia del mondo viene percepita come uno sfondo quasi di secondaria importanza, se non funzionale all’emancipazione dei personaggi, perché Perdido è un mondo a se.

Dopo l’ultima parola si sente già la nostalgia dei Caskey, è difficile riemergere da questa storia dopo averla terminata, anzi direi vissuta, creata con superba maestria e padronanza del genere dall’autore Michael McDowell.

In un precedente commento a un post di Neri Pozza, esprimevo il desiderio che venisse pubblicata qualche altra opera di questo autore, ma ora temo che potrebbe non essere all’altezza di questa.

In tanti anni di appassionate letture, non ho mai letto lo stesso libro due volte, ma credo che in questo caso prima o poi lo farò.