LA RAGAZZA SENZA VOLTO, di Jo Nesbø
Ritroviamo Harry Hole nell’ufficio 605, nella zona rossa al settimo piano della centrale di polizia. L’ufficio di dieci metri quadrati che il giovane ispettore Halvorsen, che con Harry divide questo spazio, chiama Ufficio Casi Risolti.
Lo ritroviamo un po’ più solo, senza l’aiuto e l’appoggio di Bjarne Moller: ha lasciato il posto a Gunnar Hagen, nuovo commissario capo dell’anticrimine.
Peccato, Moller era uno dei pochi fidati amici di Harry, uno dei pochi che gli era sempre piaciuto, in un ambiente, quello della polizia, dove gli sguardi cupi e gli occhi bassi, sono la maggioranza.
Dal canto suo Moller, trasferitosi a Bergen con la funzione di investigatore speciale, ha sempre considerato Hole una persona molto speciale, il suo miglior investigatore e il suo peggior incubo.
Ritroviamo anche Beate Lonn, direttrice della scientifica di Brynsalleen.
E’ un Harry nuovo, forse più terreno; partecipiamo con lui agli incontri degli Alcolisti Anonimi. Quasi non lo riconosciamo, sembra dimesso, educato nei confronti del nuovo capo, insomma così diverso dal personaggio a cui siamo abituati. Come dice Halvorsen stà diventando vecchio e umano. Addirittura pensa di più ai vivi che ai morti.
“La ragazza senza volto” sembra un romanzo di pausa o di passaggio al successivo racconto. Stranamente non mi ha appassionata, io che sono così legata ad Harry e ai suoi pochissimi amici proprio non sono riuscita a farmi trasportare…una pecca da denunciare è sicuramente la mole del romanzo; non lunghissimo in sé, ma per i contenuti si, si legge con un po’ di fatica e qualche sbadiglio.
Chi vuole seguire le sue appassionanti vicende può fare un salto su questo e passare al successivo.
Io tuttavia lo promuovo sempre, ma non a pieni voti!!!
Ciao Harry, a prestissimo.
Recensione di Mariangela Aurilia
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