LA MACCHIA UMANA, di Philip Roth
“… noi lasciamo una macchia, lasciamo una traccia, lasciamo la nostra impronta. Impurità, crudeltà, abuso, errore, escremento, seme: non c’è altro mezzo per essere qui.”
Un viaggio inaspettato, uno di quelli per i quali fai tanta fatica a partire, ma che poi quando torni sei così felice di aver compiuto e ti senti così intimamente appagato.
La Macchia Umana è un libro che fa invidia ad un thriller, in quanto a colpi di scena ma che, a differenza di un thriller colpisce più per le implicazioni psicologiche degli avvenimenti che per la sorpresa dell’inaspettato.
La macchia umana è Coleman Silk, il protagonista del romanzo, da cinquant’anni nasconde un segreto, e lo fa così bene che nessuno se n’è mai accorto, nemmeno sua moglie o i suoi figli. Un giorno però basta una parola detta per sbaglio, e su di lui si scatenano le streghe del perbenismo, gli spiriti maligni del politicamente corretto. Allora tutto il suo mondo, la sua brillante vita accademica, la sua bella famiglia crollano. E non c’è scampo…
“- Tutti sanno – è l’invocazione del cliché e l’inizio della banalizzazione dell’esperienza, e sono proprio la solennità e la presunta autorevolezza con cui la gente formula il cliché a riuscire così insopportabili. Ciò che noi sappiamo è che, in un modo non stereotipato, nessuno sa nulla. Non puoi sapere nulla. Le cose che sai… non le sai. Intenzioni? Motivi? Conseguenze? Significati? Tutto ciò che non sappiamo è stupefacente. Ancora più stupefacente è quello che crediamo di sapere.”
Lo consiglio assolutamente anche se non si tratta di un libro leggero e scorrevole e perciò non adatto a tutti i palati. È una lettura complessa, non sempre fluida, con tanti richiami ai classici greci e latini soprattutto nella prima parte e alla storia della politica americana. Tuttavia é la forza della vicenda a risucchiarti completamente e a renderla straordinariamente accattivante!
Recensione di Anna Rita Taurozzi
LA MACCHIA UMANA Philip Roth
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