LA BRIGANTE BAMBINA Pino Aprile

LA BRIGANTE BAMBINA, di Pino Aprile (Libreria Pienogiorno – settembre 2023)

 

Luisa ha solo sedici anni, ma è costretta a prendere la via dei boschi e a farsi brigantessa perché altrimenti i nazionalisti l’avrebbero usata, viva di essere uguale alle altre donne bianche ed essere accettata da loro, ma quando alla fine ha l’ occasione per esserlo capirà che chi la giudica per il suo colore della pelle semplicemente non ha nulla dentro che lei possa invidiare.

Ho fatto fatica a lasciare andare questa donna coraggiosa, leale, buona e forte.

Un gran bel libro.

torturata e abusata per stanare il fratello e i suoi uomini.

Tutti la conoscono come “Cerasella” per via delle sue labbra piccole e rosse come una ciliegia e oltre ad essere una ragazzina intelligente e sveglia, grande conoscitrice di saggezze ataviche, si rivelerà presto capace di pianificare un disegno politico e sarà proprio lei, nonostante la sua giovane età, a guidare il tentativo di unificare le varie bande di briganti del sud Italia per combattere l’esercito sabaudo invasore, a sognare di far risorgere il Regno delle due Sicilie.

Sarà testimone di atrocità e incontrerà molte altre donne che come lei sono state costrette dalla vita a ripiegare nei boschi.

Nel tempo sei soprusi, la ribellione è l’unico modo per vivere alla giornata che hanno i briganti. Ma Cerasella vuole e sogna la sua vita in un mondo libero dagli invasori e quando incontrerà il mite maestro Antonio, così fuori luogo in quei posti, spera che sia proprio con lui il suo futuro. Ma può esserci un futuro per loro? Potranno mai lasciarsi alle spalle tutto quell’orrore?

Una storia d’amore in un mondo di violenza. Una storia di speranza in un mondo che qualcuno vuole reprimere col sangue.

Un romanzo storico che parla del Risorgimento italiano nascosto per un secolo e mezzo. Di un Risorgimento in cui le emozioni condiscono le scelte, giuste o sbagliate che siano. È il lettore, guidato dalle emozioni che proverà, a decidere chi ha torto e chi ha ragione.

Ci hanno insegnato che “il fine giustifica i mezzi”, ma quando questi mezzi hanno prodotto uno strappo tale che ancora oggi è rimarcabile è ancora così?

La storia, si sa, viene da sempre scritta dai vincitori e, come succede sempre, omettendo le inutili e inenarrabili barbarie e il prezzo per ottenerla. Sottomettere un popolo, la sua cultura, cancellarne la memoria, infangarne il nome e tacendo sui mezzi utilizzati. È una storia vista e rivista tante volte nel corso della storia. Basta pensare ai grandi stermini e genocidi perpetrati nei secoli.

Impareremo mai che sarebbe più semplice ed economico per tutti vivere e tollerare le diversità e che nessun atto di prevaricazione potrà mai essere accettato e subito senza una successiva risposta concreta?

Voglio tanto sperare con Cerasella che questo mondo oggi utopico sia il nostro domani, e se non nostro, almeno dei nostri figli e nipoti.

Chi conosce e segue il giornalista Pino Aprile non potrà che apprezzare la delicatezza del tema trattato.

Recensione di Evelina Loffredi

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