IN MENO DI QUATTRO MINUTI Testimonianza sul Vajont: la strage e l’umiliazione Giuseppe Vazza

IN MENO DI QUATTRO MINUTI.  Testimonianza sul Vajont: la strage e l’umiliazione , di Giuseppe Vazza (Cleup)

Ho letto questo libro durante un viaggio a Longarone. Il film e il monologo teatrale di Paolini hanno sicuramente avuto il merito di focalizzare l’attenzione su una tragedia dimenticata, parlando soprattutto di ciò che accadde fino a quel 9 ottobre del 1963. Tuttavia, se si vuole capire cosa è accaduto dopo, la testimonianza di Giuseppe Vazza è indispensabile.

 

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Angoscia e un gran peso sul cuore hanno accompagnato ogni mio passo su quella frana, perché si cammina su quelli che erano i pascoli del Monte Toc. Qui vi abitavano dei contadini con le loro mucche che, guarda caso, proprio la mattina del 9 ottobre avevano fatto evacuare! Perché visitare il Vajont, o leggere della tragedia? Non per curiosità e neanche per ammirare questi luoghi come si farebbe davanti a un qualsiasi bel paesaggio.

 

 

Per lo stesso motivo per cui è indispensabile andare ad Auschwitz: per comprendere, per ripercorrere con la mente e soprattutto con il cuore la storia. Una storia che non è solo del Vajont, è una storia universale che parla del rapporto uomo-natura, che mostra la violenza umana sulle risorse naturali, il profitto avanti a tutto. I sopravvissuti vennero travolti più volte: prima dall’onda poi dagli approfittatori e infine dalle istituzioni.

La quasi totalità dei superstiti vennero “convinti” ad accettare il risarcimento con un preciso “listino prezzi”. Per un marito: £.3.000.000. Per una moglie: £.2.500.000. A un genitore per il figlio minorenne: £.1.500.000. Per il figlio maggiorenne si scendeva a £.1.000.000. Solo in 69 si costituirono come parte civile.

 

 

Che dire poi degli esperti che cercavano per redigere la perizia di parte? Nessuno era disposto ad accettare l’incarico. Accettò il geologo Floriano Calvino (fratello dello scrittore Italo) ma a caro prezzo: dovette abbandonare l’università di Padova e fu ritenuto non idoneo a diversi concorsi nazionali. Alla fine ottenne la cattedra all’università di Genova e durante una lezione disse:

“La storia del Vajont è una storia di controllori che non controllavano, di sapienti che non sapevano, di ingegneri svuotati di ingegno…di tanti uomini che si erano rifiutati di far uso del comune buon senso a difesa delle vite umane”.

Quella di Giuseppe Vazza è la testimonianza di un mondo spazzato via non solo dall’onda ma da un diluvio di piccole e grandi ingiustizie.

Recensione di Chiara Manzini

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