IL POSTO, di Annie Ernaux
Ho avuto occasione di scoprire questo magnifico libro tramite un’iniziativa: Modus Legendi, nata in un gruppo su facebook che si chiama “Billy il vizio di leggere”. L’iniziativa prevedeva la votazione tra 5 libri di qualità, e il libro vincitore sarebbe stato votato in massa nella settimana tra il 18 e il 24 Aprile. Ecco, “Il posto” è stato proprio il libro vincitore, ed è stato un successo. La casa editrice che lo pubblica, L’Orma editore, è una piccola casa editrice, ma ho già visto (al Salone del libro) che pubblica delle perle molto interessanti.
Così, appena ho avuto un attimo libero, ho incominciato a leggere questo libro. Inizialmente ho pensato che, per il tema trattato, difficilmente potesse piacermi: una giovane donna, madre di un bambino piccolo, da un giorno all’altro, vede morire il padre. Una morte descritta con molta freddezza ed estraneità, che all’inizio lascia spiazzati. Però mano a mano che leggiamo, si intuisce che la donna non è affatto indifferente ai fatti: fatica a ricordare se la prova per il concorso insegnanti (che ha dovuto fare) sia avvenuta prima o dopo la morte del padre. Ha la mente confusa: del resto, una persona molto importante della sua vita se n’è andata, un pilastro ha ceduto, è normale essere confusi.
Poi, con un lungo flashback, questa donna decide di mettere per iscritto i suoi pensieri, e ti racconta le proprie origini, la sua famiglia. Come in un diario di cronaca, impariamo a conoscere la madre, una donna energica e libera (portava, da giovane, capelli corti e minigonna) ma con dei forti principi; e il padre, una persona seria e gran lavoratore, alto e con gli occhi azzurri. La figlia ci racconta le miserie di una classe sociale povera, che ha dovuto molto faticare per vivere, e sopravvivere anche alla seconda guerra mondiale. Ci descrive la foto di matrimonio dei suoi, dove in entrambi non compare nemmeno un sorriso (sono mai stati felici?, si chiede), e la sua infanzia trascorsa nel bar-drogheria, la sua giovinezza passata sopra i libri, incompresa dal padre.
Perché è proprio questo il punto: quanto erano davvero lontani, padre e figlia? Lui, con le sue insicurezze nel parlare e la volontà di non far mai vergognare la figlia delle proprie origini; lei, invece, più studia più si allontana da quel mondo semplice di lavoratori che a malapena sanno leggere e scrivere, un rifiuto netto delle proprie radici. Erano davvero appartenuti a due mondi diversi? Era una distanza che poteva essere colmata, se ci fossero stati maggiore comprensione e amore? O forse, in realtà, erano due facce della stessa medaglia e non se ne erano accorti?
La scrittura dell’Ernaux è favolosa: breve e concisa, con poche parole (graffianti) esprime grandi concetti e riflessioni. Scrive benissimo, non è da tutti scrivere in maniera essenziale e allo stesso tempo così ricca…
Bello, consigliato!
Recensione di Martina Zucchini
IL POSTO Annie Ernaux
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