IL MONACO INGLESE Valeria Montaldi

IL MONACO INGLESE, di Valeria Montaldi (Rizzoli)

Bel romanzo storico ambientato a Milano e dintorni nel 1246 in pieno Medioevo, il Medioevo è un periodo storico lunghissimo, quasi mille anni e quindi caratterizzato da guerre, carestie e pestilenze, superstizioni e stregonerie ma è anche un’epoca di grande sviluppo e progresso, crescono innumerevoli attività mercantili ed economiche. Milano in quel periodo, come molte altre città italiane, era impegnata nel tentativo di resistere alle mire espansionistiche dell’Imperatore Federico II di Svevia che intendeva ripotare l’Italia sotto il controllo imperiale e il papato che cercava di imporre la sua egemonia. Milano cercando di resistere e si diede un governo cittadino affidato al podestà che durava in carica solo un anno ed era affiancato dai rappresentanti delle maggiori categorie di imprenditori; tra di esse la “Motta”che riuniva i mercanti e ne tutelava gli interessi e la “Credenza di sant’Ambrogio” che invece rappresentava gli artigiani.

La situazione politica era incerta, la minaccia della guerra obbligava i podestà ad aumentare le tasse richiedendo uno sforzo economico grandissimo alla città, molti mercanti fallirono, altri chiuso, la miseria e la povertà affliggeva sempre più la popolazione che spesso tumultuava scontenta. E’ questa la realtà incerta e complicata che l’autrice intende descrivere e, basandosi sulla storia di personaggi realmente esistiti e di fatti realmente accaduti, imbastisce un romanzo corale e una storia ricca di personaggi e di fatti. Il romanzo è costituito da una serie di vicende e personaggi che tra loro inizialmente sembrano slegati, per poi via via ricongiungersi fino a trovare la sintesi, un mosaico gradevole scritto in un linguaggio scorrevole ed elegante.

Tutto concorre a creare, agli occhi del lettore, l’immagine di un’epoca difficile in cui superstizione e stregoneria convivono assieme alla nascita della medicina che ispirandosi alle scuole di Salerno, Venezia… cerca di avere un approccio scientifico alla malattia e che, comunque, doveva fare spesso, fare i conti con la stregoneria . L’arte medica era spesso appannaggio delle donne come del resto la cura della famiglia, dei malati.

La storia prende il via da una violenza contro una giovanissima serva da parte di un ricco e spregiudicato mercante che , dopo averla messa incinta, la obbliga a cedergli la neonata per prendermene cura con la moglie che non aveva generato un figlio dopo anni di matrimonio; la ragazzina, Petra, viene obbligata ad allontanarsi abbandonando la piccola e cercando rifugio nei quartieri più poveri e polverosi, mentre oltre i ruderi delle mura dalla città si stendono boschi e foreste che pullulano di disgraziati, briganti e malintenzionati. La città in quel momento era piegata e logorata dalla guerra e dalle turbolenze politiche, quindi il malcontento tra gli strati più poveri cresceva e le rivolte e le ribellioni erano molto frequenti. Il monaco inglese Matthew, arriva in città perché esiliato dal suo monastero e rimane coinvolto in una complicata vicenda a causa della sua amicizia con l’abate di San Simplicio, a sua volta caduto in un intrigo a causa degli inganni del mercante Birago

Metthew si impegna a risolvere l’intrigo senza successo ma trova qualcosa di molto speciale e inaspettato che cambierà la sua vita che allenterà, forse la profonda sofferenza e il contrasto tra fede e ragione, obbedienza e castità.

Recensione di Patrizia Franchina

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