IL CORAGGIO DELLA SIGNORA MAESTRA OVVERO, Storia partigiana di ordinario eroismo Renzo Bistolfi

IL CORAGGIO DELLA SIGNORA MAESTRA OVVERO, Storia partigiana di ordinario eroismo, di Renzo Bistolfi (TEA)

Liguria, Sestri, estate 1961.

Il cardinale Giuseppe Siri, dopo la cerimonia delle cresime e comunioni dei bambini del paese, salutando i frati che gestiscono la parrocchia, lascia cadere un commento di stima e ammirazione nei confronti della catechista, con riferimento ad un suo passato di attiva partigiana che lascia tutti meravigliati.

La catechista è Vittoria Barabino, la maestra del paese, signora elegante, colta, raffinata. Da quel commento la narrazione si dipana in un’alternanza continua di salti temporali tra gli anni ’40 e ’60.

I primi capitoli servono più che altro a tratteggiare il personaggio di Vittoria, ma in seguito la vicenda prende un ritmo più incalzante, soprattutto quando si intuisce che le vicende del passato proprio chiuse non sono, e il racconto sfuma in tinte gialle.

C’è qualcuno intorno a Vittoria che teme che il passato torni a galla e fa di tutto per cercare e distruggere un biglietto recante il nome di un partigiano traditore che lei ancora conserva. Divertenti le figure delle sorelle Devoto, zitelle chiacchierone e pie donne, di cui la più anziana, Siria, completamente cieca, si rivelerà un’acuta osservatrice della realtà in grado di risolvere il mistero.

Nelle pieghe della storia, in quegli anni drammatici della seconda guerra mondiale, emergono le vicende semplici di gente comune, chiamata a scegliere, talvolta in modo eroico, tra il bene e il male.

Ho apprezzato l’intento dell’autore di trasmettere il messaggio che non ci può essere una semplicistica divisione in buoni e cattivi. Vittoria (nonostante il nome tipicamente fascista, in voga in quegli anni per le bambine) è dichiaratamente antifascista, compie atti impulsivi ma animati da grande coraggio, guidata da ciò che lei sente come giusto. Risponde sempre alla sua coscienza e sa schierarsi, durante il conflitto così come a guerra finita, dalla parte della verità, anche sfidando i vincitori, pur di non scendere a patti con i suoi valori.

Lo stile di scrittura è piacevole e fine come la protagonista, una vera signora di altri tempi.

La vicenda, pur romanzata, è ricca di riferimenti a fatti storici realmente accaduti (la deportazione di 1500 operai e tecnici genovesi ad opera dei tedeschi nel giugno ’44, il tentativo di attentato sulla linea ferroviaria Genova-Ovada).

Lo consiglio.

Recensione di Elena Gogna

IL CORAGGIO DELLA SIGNORA MAESTRA. Storia partigiana di ordinario eroismo Renzo Bistolfi

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