IL CERCHIO, di Dave Eggers
Una storia sul potere del gruppo che, attraverso un’esaltazione di massa, trasforma la protagonista Mae da giovane riservata e sensibile ad ambiziosa e senza scrupoli, spinta soltanto dall’unico obiettivo di condividere tutto.
Perché il motto del Cerchio è riassunto dall’acronimo PPT: Passione, Partecipazione e Trasparenza. In nome di questi falsi valori Mae arriverà a perdere i propri affetti: la sua amica del college, Annie, che l’ha introdotta al Cerchio, I suoi genitori e l’uomo misterioso che amava, Kalden.
Nonostante i Circlers sembrino spinti da ideali nobili, in nome della legalità e della giustizia, di sottofondo si coglie soltanto una spietata ambizione capitalistica. La smania di potere illimitato mette a repentaglio il diritto di ciascuno all’anonimato.
Il Cerchio si rivela essere una sorta di Grande Fratello che ingloba tutto e tutti, limitando la libertà dei singoli perché chi non appoggia gli ideali dei Circlers rischia di fare la fine del polpo o dei cavallucci marini, nelle ultime pagine del libro, divorati da uno squalo insaziabile, metafora del Cerchio che vuole tutto e tutti, controllandone le vite per arrivare all’idea di perfezione, tanto ambita: il famoso Completamento.
Unico ad opporsi a questa Dittatura Comunicativa sarà proprio il fondatore che tenterà di far rinsavire Mae, appellandosi ad un’auspicabile dichiarazione dei diritti dell’uomo nell’era digitale.
Una confusione tra reale e virtuale che, come un virus, contagerà i protagonisti invertendone gli ideali, le amicizie, ciò che è bene da ciò che è male, in una spirale di onnipotenza e smania di controllo. Il romanzo seppur paradossale, appare attuale e fa riflettere su quanto un like o meno possa arrivare a mettere in crisi chi ha costruito la sua vita sulla sola apparenza.
Recensione di Alessandra Rose’s
IL CERCHIO Dave Eggers
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