GLI OCCHI DI MONNA LISA Thomas Schlesser

GLI OCCHI DI MONNA LISA, di Thomas Schlesser (Longanesi – febbraio 2024)

Lisa, una bambina che frequenta la quinta elementare a Parigi, un bel giorno di punto in bianco perde la vista. Il tutto dura una manciata di ore e la bambina non mostra chiari segni di malattia ma questo mette in allarme il nonno di Lisa che, nel timore che la nipotina rimanga definitivamente cieca decide di mostrarle tutto ciò che di bello l’essere umano ha realizzato, e così una volta a settimana i due si recano a vedere un ‘opera d’arte, una soltanto, soffermandosi sui singoli dettagli e tentando di comprendere le intenzioni e il messaggio dell’artista chiamato in causa. In parallelo rispetto a questo percorso troviamo la crescita di Lisa, la sua maturazione legata alle conoscenze acquisite insieme al nonno… e la sua spasmodica ricerca di ricostruire il passato di una persona della sua famiglia per lei molto importante ma della quale ha ricordi sfumati..

Lo scrittore ci presenta un grande romanzo sull’arte-come indicato in copertina- dove ogni capitolo corrisponde a un’opera: questa viene descritta minuziosamente e la narrazione si arricchisce di dettagli storici sull’autore e di riflessioni del nonno e della nipotina. È un viaggio senza dubbio affascinante nel mondo della storia dell’arte, per quanto non abbia assolutamente pretese di esaustività, solo alcuni artisti infatti- e non necessariamente i più famosi- vengono menzionati e neanche le opere presentate sono necessariamente le loro più importanti. In questo senso la figura della bimba che rischia la perdita della vista fa quasi pensare alla nostra società, sempre più distratta di fronte alle cose belle e troppo impegnata per soffermarvisi e che con questo atteggiamento rischia di perdere dei dettagli fondamentali

Risulta invece più artificioso, almeno per me, il percorso di formazione di Lisa, a tratti un po’ troppo forzato, con alcune soluzioni che mi hanno lasciato perplesso e uno sviluppo un po’ troppo “favolistico”.

Si tratta comunque di un romanzo interessante e di piacevole lettura, formativo nella sua componente artistica, un’opera che ci invita a fermarci con attenzione di fronte a ciò che di bello l’essere umano ha realizzato e a trarne i dovuti insegnamenti e le giuste riflessioni

Recensione di Enrico Spinelli

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