GIÙ NELLA VALLE Paolo Cognetti

GIÙ NELLA VALLE, di Paolo Cognetti (Einaudi – ottobre 2023)

Due fratelli: Luigi, guardia forestale sposato con Elisabetta, dalla quale aspetta una bambina; Alfredo, irrequieto e insofferente alle regole del vivere comune. Sullo sfondo, la Valsesia, con il fiume Sesia (“la “ Sesia) il cui corso, pur mantenendo aspetti ancora selvaggi, è segnato ormai, definitivamente, dalle attività industriali dell’uomo. Luigi e Alfredo si incontrano dopo sette anni, in occasione della vendita della vecchia baita di famiglia, sui prati della ormai disabitata località di Fontana Fredda. Alfredo è di ritorno dal Canada, Luigi non si è mai mosso dalla valle dove e’ nato e cresciuto. L’incontro tra i due fratelli sarà, per entrambi, una sorta di bilancio esistenziale, una definitiva decisione su chi vorranno essere nella loro vita, lì, nei luoghi che li hanno visti nascere e crescere e che li hanno umanamente, indelebilmente segnati.

 

 

 

 

Paolo Cognetti torna in libreria con un romanzo breve, ma affascinante, protagonisti due uomini simili alle piante cresciute davanti alla loro baita: un larice, duro e forte, come Luigi, un abete, ombroso come l’irrequieto Alfredo. Ispirandosi alle canzoni dell’album “ Nebraska” di Bruce Springsteen, Cognetti ritrae l’universo umano della pianura, fatto di lavoro accanito e di pellegrinaggi quotidiani nei bar della valle, dove ci si incontra all’imbrunire per discutere dei fatti della giornata e spesso per cedere generosamente al richiamo dell’alcool. C’è vita, “ giù nella valle”, c’è anche chi, come Elisabetta, nella valle ci ha messo radici, lasciando volontariamente la metropoli milanese e diventando definitivamente parte del luogo, grazie alla maternità. Ma lo sguardo dalla valle corre spesso, insistente, alle cime del monte Rosa. Forse, aspirando a un ritorno.

 

 

 

” Io spesso mi dimentico che in cima a questa valle c’è quella montagna, che il fiume nasce da lì; giù da noi l’ombra era calata da un pezzo, mentre lassù il ghiacciaio rifletteva il sole. Era come la casa di mio padre nel sogno, alta, bella luminosa. La salvezza verso cui correvo. L’ho guardata dal parabrezza e la casa di mio padre sfolgorava su questa valle buia, dove i nostri peccati giacciono, inespiati.”

Ma il ritorno può essere indolore? Perché l’uomo, intanto, si sta inerpicando anche lassù, smanioso di portare tra le altezze il cosiddetto “vento” del progresso e del benessere. . E già si prepara la battaglia degli alberi…
Recensione di Cristina Ghezzi

 

 

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