FIORI SOPRA L’INFERNO: per onorare l’8 marzo, la festa delle donne con donne meravigliose 

FIORI SOPRA L’INFERNO: per onorare l’8 marzo, la festa delle donne con donne meravigliose 

 

La mimosa. Il giallo. Le donne. 8 marzo. Non è un giorno qualsiasi. Per me, donna, significa qualcosa di molto importante. Sono le lotte di ieri, di oggi e di domani. Ancora alla donna si nega uguaglianza, diritti e libertà.

Oggi, 8 marzo, giornata internazionale per i diritti della donna, molte di noi scenderanno in piazza, si riuniranno con amiche, festeggeranno, o manifesteranno per ricordare che ancora troppe donne sono costrette a subire ingiustizie, soprusi e violenze.

 

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Nel lontano 1946, alcune donne valorose scelsero il fiore della mimosa come simbolo del coraggio femminile. Erano donne combattenti, forti e battagliere: si chiamavano Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei. Teresa Noce fu fondatrice del partito Comunista e autrice del romanzo autobiografico “Rivoluzionaria professionale” che racconta, insieme alla sua storia personale, la vicenda del partito comunista italiano dalla sua fondazione. Rita Montagnana, di famiglia ebraica, si dedicò sin da giovanissima alla politica, sensibile alle tematiche femministe fondò l’UDI, sposò Palmiro Togliatti. Teresa Mattei è ricordata come combattente nella formazione garibaldina Fronte della Gioventù, e come la più giovane eletta all’Assemblea Costituente, dove assunse l’incarico di segretaria dell’ufficio di presidenza.

La Seconda guerra mondiale era finita da poco, il nostro paese devastato stava cercando di rifarsi un’identità basata su valori antifascisti e le donne incominciavano a uscire fuori dimostrando forza e carattere, voglia di uguaglianza e ruoli nella formazione e ricostruzione dell’Italia.

 

 

 

Oggi, il fiore della mimosa viene regalato con desiderio di ricordare il coraggio, la forza e l’importanza delle prime donne che hanno lottato per la libertà di tutte le donne spesso sacrificando la propria vita. E delle donne di oggi che osano opporsi a regimi che negano i loro diritti.

“I fiori sopra l’inverno” è la fiction di grande successo con Elena Sofia Ricci, serie tratta dall’omonimo romanzo thriller di Ilaria Tuti, diretta da Carlo Carlei e prodotta da Publispei e Rai Fiction, andato in onda su Rai1 dal 13 febbraio.

Grande interpretazione quella di Elena Sofia Ricci! Teresa Battaglia è un’investigatrice che fa i conti: “Fiuto infallibile, esperta profiler, sta perdendo pezzi per l’Alzheimer. Mi sono innamorata subito di lei”, racconta Ricci “perché tiene insieme tutte le contraddizioni. Teresa è un personaggio straordinario, una donna molto speciale, unica, con un passato doloroso che l’ha fatta diventare ruvida, spigolosa, a tratti virile, antipatica, respingente per certi aspetti. È capace di empatizzare sia con una bambina che è stata violata, e anche con il killer, perché si domanda da quale razza di inferno possa venire questa creatura mostruosa.”

Mi direte voi che c’entra con l’8 marzo?

 

 

Credo che queste donne vere, immaginate, letterarie, sullo schermo, con alle spalle la mamma del personaggio, la scrittrice friulana Ilaria Tuti, abbiano reso omaggio al coraggio e alla determinazione delle donne citate più sopra, per le quali oggi regalo volentieri il fiore della mimosa e consiglio ancora più volentieri “I fiori sopra l’inverno” per onorare la festa delle donne con donne meravigliose. Con una lettura altrettanto autentica.

«Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell’orrido che conduce al torrente, tra le pozze d’acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. […] Sono un commissario di polizia specializzato in profiling e ogni giorno cammino sopra l’inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall’età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l’indagine.»

Parla Teresa Battaglia. Intuite che donna abbiamo di fronte? L’ambientazione l’avvolge e la inghiottisce, ma ce la restituisce intera, in un paesino dal nome inventato, Travenì, che si trova sulle Dolomiti friulane, paradiso suggestivo pieno di segreti e abissi spaventosi. Qui qualcuno compie crimini efferati, orribili, per difendere un gruppo di bambini maltrattati o abbandonati a se stessi da genitori incapaci, immaturi e irresponsabili. Sarà Teresa a capire le tracce da seguire, le spelonche da cercare, i bambini da proteggere. Le sue qualità emergeranno e sconfiggeranno la sua malattia, il suo pessimo carattere, i pregiudizi. Vince l’amore. L’essere donna. Comprensiva. Vicina alla sofferenza umana.

 

 

 

Un thriller che ti trascina via!  Ambientazione e psicologia. Certo. Ma soprattutto lei. Una donna eroina dei boschi e dei tempi moderni. Della neve e delle intemperie. Capace però di scorgere i fiori sopra l’inverno. Lei, protagonista degli anni che passano, della malattia che cerca di annientarti, della natura che rimane uguale e si rinnova ad ogni stagione nuova. I fiori come simbolo del ciclo della natura, della vita. Come la mimosa. Immaginiamo la luce, il vigore, la forza della natura.

Mi vengono in mente i versi di Sibilla Aleramo, altra donna piena di coraggio e di iniziativa per sfuggire al suo destino ingabbiato in un matrimonio riparatore. “Come un’opaca pietra / non voglio morire fasciata di tenebra, / ma d’un tratto, dalla radice fonda, / alzare un canto alla ultima mia sera. (Poesie, Mondadori, 1929)

Recensione di IO LEGGO DI TUTTO, DAPPERTUTTO E SEMPRE. E TU? di Sylvia Zanotto  

Fiori Sopra L’inferno – Ilaria Tuti

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