FIAMMETTA, di Emanuela E. Abbadessa
“Ci avete sempre costrette nei ruoli stabiliti da voi relegandoci solo a dispettose, pudiche, astiose, insolenti, pettegole, caste, gelose, facili. Ma ditemi voi: quali di questi appellativi hanno mai tenuto conto della nostra mente e della nostra anima nella stessa misura? Vi siete accontentati delle vostre categorie per la paura che, accettandoci simili a voi, un giorno avremmo potuto superarvi in scienza e sapienza. I ruoli riservateli a burattini e colombine della commedia veneziana, signori: noi siamo donne”.
Questo romanzo, il secondo di Emanuela A. Abbadessa, è stato pubblicato da Rizzoli nel 2016 e, oltre ad essere ben scritto, si presenta ricco di colpi di scena e di vicende che, pur essendo ambientate a fine Ottocento, si rivelano di grande attualità.
I fatti si svolgono tra Firenze e Catania: Fiammetta è una giovane maestra fiorentina. Orfana di entrambi i genitori, cresciuta in collegio, vive del suo lavoro che svolge con dedizione e passione. Mario è un famoso poeta siciliano che Fiammetta conosce e ammira attraverso la sua opera. Quando ha la possibilità di conoscerlo durante un incontro pubblico a Firenze, Fiammetta tira fuori tutto il proprio carattere: gli tiene testa e sa essere seducente con intelligenza. E lui si sente attratto da questa donna minuta e sfrontata.
Dopo lettere intrise di passione, un matrimonio celebrato in fretta e un viaggio di nozze idilliaco la quotidianità fa precipitare tutte le illusioni della protagonista. Fiammetta, nella sua nuova città – Catania – si ritrova a fare i conti con un contesto familiare e sociale totalmente diverso da quello in cui era cresciuta e si era formata. A Firenze era una donna emancipata: povera ma libera.
Una storia che, altro colpo di scena, è ispirata a una vicenda realmente accaduta e che ha coinvolto fra i più importanti e celebri personaggi della nostra terra, la Sicilia.
Recensione di Claudia Cammarata
Commenta per primo